Teatro Alla Scala di Milano

Il palco dei Brivio e dei Rossetti

Palco n° 11, IV ordine, settore destro
6
Uomini
1
Donne
3
Nobili
1
Imprenditori
1
Musicisti
2
Professionisti
1
Militari

Al momento dell’apertura della Scala (1778) il marchese Brivio Sforza (1722-1799), settimo marchese di Santa Maria in Prato, riesce ad acquisire il suo primo palco nell’asta del 30 marzo 1778 per 4.160 Lire austriache; coniugato con la cugina Teresa Visconti di Modrone, ebbe sette figli tra i quali Cesare (1750-1827) che ereditò il titolo e il palco e fu il primo nel 1805 ad assumere dal padre il doppio cognome Brivio Sforza. Dal primo matrimonio con Isabella Durini (1780), Cesare ebbe un solo figlio, Annibale, dal secondo con Apollonia Claudia Erba Odescalchi (1785), altri sei. Con l’arrivo dei francesi al comando del generale Bonaparte nel maggio del 1796, Cesare, considerato vicino agli Asburgo, viene arrestato e condotto a Tortona e quindi a Nizza, per essere rilasciato dopo qualche mese. Il suo palco, al di là della parentesi del 1809 quando è intestato alla “Società di Antonio Veneziani Ricci e successore”, ritorna nel 1813 al vecchio proprietario che nel frattempo era entrato nel favore della corte di Napoleone imperatore dei francesi e re d’Italia, ricoprendo l’incarico di assessore comunale e di vice podestà di Milano e nel 1811 viene nominato da Napoleone ciambellano imperiale e cavaliere ereditario.
Alla scomparsa di Cesare il palco viene ereditato dal figlio di primo letto Annibale Brivio Sforza (1782-1851), coniugato con Francesca Barbiano di Belgiojoso. Dopo la sua morte il palco rimane giacente in eredità per passare nel 1866 all’avvocato Luigi Rossetti (1810-1887), già palchettista dal 1841 del palco n° 7 dello stesso ordine e settore, socio promotore della Società Arti e Mestieri, come si legge dagli atti della Società nella Adunanza Generale dei Soci Promotori del 1853, e segretario della Pia Opera pel patronato dei carcerati e liberati dal carcere, presieduta direttamente dall’arcivescovo di Milano.
All’atto della sua successione, entrambi i palchi vanno a Elisabetta, detta Adele (1854-1943) unica superstite dei figli di Luigi e di Giulia Bonacina. Adele era andata sposa nel 1874 al nobile ingegnere Giambattista Brambilla, Signore di Civesio (feudo acquistato nel 1752 con riconoscimento del titolo da parte dell’imperatore d’Austria). Con il cognome Brambilla, Adele appare proprietaria del palco fino al 1905, anno della morte del coniuge. Nello stesso anno sposa in seconde nozze il ragioniere Antonio Fusi, anch’egli vedovo, consigliere di Milano Assicurazioni. Infatti il palco è intestato a Adele Fusi Rossetti dal 1906 fino al 1920, anno in cui il Comune delibera l’acquisizione dei palchi dietro indennizzo ai proprietari e la costituzione dell’Ente Autonomo Teatro alla Scala.

Antonio Schilirò (A.S.)

Proprietari