Un’asta che diede buoni frutti
Il Teatro Ducale andato distrutto nell’incendio del 1776 aveva solo tre file di palchi, e i palchettisti di allora si videro assegnare i palchi nella stessa posizione nel nuovo Teatro alla Scala; i palchi del quarto ordine vennero messi all’asta nella primavera del 1778. Fu un ottimo affare: il palco n° 17 infatti fruttò 7.150 lire, prezzo superato solo dalle 7.600 lire dal palco n° 18, dello stesso ordine, settore sinistro e quasi tre volte rispetto alle 2.400 lire del costo di un palco di prima fila. Lo acquista Giberto <1.> Borromeo Arese (1751-1837), VIII marchese di Angera e V conte di Arona, che attraverso i suoi discendenti mantenne la proprietà del palco alla sua casata ininterrottamente sino al 1920, cioè sino alla fine della proprietà privata dei palchi con la nascita dell’Ente autonomo Teatro alla Scala. I Borromeo sono una delle più illustri e antiche famiglie patrizie lombarde; l’aggiunta del secondo cognome risale al XVII secolo, al matrimonio di Renato Borromeo (1618-1685), conte di Arona, con Giulia Arese (1636-1704), che porta in dote, quale unica erede, il cospicuo patrimonio del padre Bartolomeo.
La famiglia Borromeo possiede altri tre palchi alla Scala: il n° 5 nel prestigioso II ordine settore destro, anch’esso dall’anno di apertura del teatro; il palco di Proscenio, II ordine, settore destro dal 1827; il n° 14, II ordine, settore destro dal 1831. Giberto <1.> sposa nel 1790 Maria Elisabetta Cusani, figlia del marchese Ferdinando e della marchesa Claudia Litta, rafforzando così i legami con due delle più illustri e anche facoltose famiglie patrizie di Milano. Si riconcilia quindi con la Francia di Napoleone primo console e poi imperatore dei Francesi e re d’Italia, ottenendo nel 1806 la nomina di Cavaliere della Corona di Ferro. Nel 1811 diviene ambasciatore straordinario della città di Milano a Parigi in occasione della nascita del Re di Roma. Con la caduta di Napoleone e il ritorno degli austriaci nel 1815, Giberto <1.> è di nuovo attivo sulla scena pubblica quale membro della Commissione per la riorganizzazione dei Regi Teatri e direttore del Casino dei nobili. Alla sua morte nel 1837 i palchi vengono divisi fra i tre figli: Vitaliano <1.>, Federico e Renato.
Il palco n° 17 passa al terzogenito Federico Borromeo Arese (1805-1887) che però resta celibe e senza figli; anche il fratello Renato, coniugato con Renata Camagni non ha figli. Del palco diviene allora proprietario, dal 1888, il più giovane dei figli di Vitaliano <1.>, Emilio (1829-1898), che il 27 luglio 1858 era convolato a nozze, nella splendida residenza estiva all’Isola Bella, con la giovane nipote Elisabetta Borromeo Arese, figlia del fratello Giberto <2.> (1815-1885). Emilio dal 1891 eredita oltre al palco anche il titolo di XIII marchese di Angera, essendo rimasto l’unico dei fratelli in vita.
Ultima proprietaria del palco è la moglie Elisabetta Borromeo Arese (1839-1926), rimasta vedova nel 1898, che lo frequenta attorniata dai suoi numerosi figli, il cui primogenito Giberto <3.> (1859-1941), elevato a rango di Principe di Angera da Re Vittorio Emanuele III nel 1916, eredita dallo zio, Giberto <2.>, il palco di proscenio nel II ordine destro.
In un solo anno troviamo un nome estraneo alla dinastia Borromeo: nel 1810 il palco ha come utente il letterato Ignazio Cantù, bonapartista, nonno del più famoso Cesare.
Nel 1920, con la costituzione dell´Ente Autonomo Teatro alla Scala, i palchi privati vengono acquisiti dal Comune di Milano.
Antonio Schilirò (A.S.)
Proprietari
- Borromeo Arese, Emilio Nobili, Patrioti, BenefattoriNobili, Patrioti, Benefattori1888-1920
- Borromeo Arese, Federico NobiliNobili1848|1856-1887
- Borromeo Arese, Giberto <1.> Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1778-1784|1787-1796|1809|1813-1815|1817-1847
- Borromeo Arese, Vitaliano Nobili, Imprenditori, PatriotiNobili, Imprenditori, Patrioti1852
- Cantù, Ignazio Imprenditori, Letterati, MilitariImprenditori, Letterati, Militari1810