Palchi della Corona
I palchi camerali o palchi della corona erano “i palchi di ragione del Governo ad uso esclusivo delle autorità civili e militari” (così definiti nel rogito dell´appalto dell´impresario Angelo Petracchi, 1816) e per tale motivo esentati dal pagamento del canone annuo previsto per tutti gli altri palchi.
La loro funzione era anche quella di ospitare le personalità illustri in visita alla città: monarchi, ministri, principi, ambasciatori. Al momento dell’inaugurazione del teatro tali palchi erano tre: il palco centrale o della corona, il palco di Proscenio, I ordine destro, e il palco n° 3, III ordine destro. Nel 1780 si aggiunsero i palchi n° 1 e n° 2, II ordine sinistro e, nel 1797, con la caduta della Repubblica di Venezia e la sua annessione all’impero asburgico, il palco n° 16, I ordine sinistro, sino a quel momento occupato dall’Ambasciatore della Serenissima. Un altro palco, probabilmente confiscato al suo proprietario filo-asburgico Antonio Greppi durante la Repubblica Cisalpina, è annoverato per qualche anno tra i palchi camerali: quello di Proscenio, II ordine sinistro, assegnato al Generale Comandante delle truppe francesi in Lombardia.
Per il biennio 1778-1779 il palco n° 1, II ordine sinistro è di proprietà del conte Carlo Ercole Castelbarco Visconti (1750-1816), dal 1790 intestatario anche del vicino palco n° 3. A partire dal 1780 il nostro palco e l´attiguo n° 2, entrati a far parte del gruppo dei palchi camerali, erano considerati, insieme al palco centrale, i più prestigiosi. Noti come i “Palchi arciducali”, sino al 1796 furono abitualmente occupati dall’Arciduca Ferdinando, figlio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria e governatore della Lombardia, che li preferì allo stesso palco cnetrale. Essi non hanno una parete divisoria interna, sicché vengono a formare un palco unico, pur avendo due porte d’ingresso e le usuali colonnine d’affaccio alla platea. I due palchi inoltre si distinguono per gli specchi alle pareti, un arredo sontuoso e, verso la platea, per i panneggi e le tende rosso cremisi a differenza di tutti gli altri che sono di colore celeste o giallo. Solo dopo la metà dell’Ottocento il rosso divenne il colore comune per i tendaggi di tutti i palchi. Dal 1780 sino al 1790 come proprietario dei palchi è indicata la “Regia Ducale Camera per LL. AA. RR. (Loro Altezze Reali)”, mentre dal 1791 al 1796 subentra la denominazione “Regia Ducale Corte”. Dal 1797 con la Repubblica Cisalpina vennero fissati rigidamente da parte del Direttorio Esecutivo (di cui era presidente il “cittadino” Gian Galeazzo Serbelloni) i ruoli relativi alla distribuzione dei sei palchi camerali: i due palchi ex-arciducali furono assegnati ai cinque membri del Direttorio Esecutivo creato sul modello dell’omologo organo amministrativo francese.
Napoleone, proclamatosi imperatore dei francesi e re d’Italia (1805), nominò viceré d’Italia Eugenio Beauharnais, figlio della sua prima moglie Giuseppina; quest’ultimo diventò il nuovo occupante dei due palchi già arciducali, denominati adesso “palchi del viceré”. Dopo la caduta di Napoleone e il suo esilio a Sant’Elena, i palchi ritornano alla corona asburgica. Dal Congresso di Vienna (1814-1815) sino all´Unità d’Italia nel 1861, sono di nuovo occupati da un membro della famiglia reale d´Asburgo col titolo di viceré, e di volta in volta vengono indicati come proprietari dei due palchi l’“Imperial Regio Governo”, la “Regia Corte” o l’“Imperial Regia Corte”. Tra loro si ricorda Antonio Vittorio d’Asburgo-Lorena, figlio dell’imperatore Leopoldo II; suo successore fu il fratello Ranieri d’Asburgo-Lorena, il quale rimase in carica sino all’8 giugno 1848, quando il titolo fu soppresso a causa dei gravi rivolgimenti politici del 1848 (le Cinque Giornate di Milano e la prima guerra d’indipendenza).
L’imperatore Francesco Giuseppe scelse infatti di affidare pieni poteri al feldmaresciallo Josef Radetzky (1766-1858) nominandolo governatore generale. Quest’ultima carica riuniva il potere e le competenze che precedentemente erano ripartite tra un governatore militare e un viceré, massima autorità civile. Radetzky fu rimosso da questo incarico per volontà imperiale il 28 febbraio del 1857; al suo posto troviamo pertanto nuovamente un viceré appartenente alla famiglia regnante, l’arciduca Massimiliano d’Asburgo, lo sfortunato fratello di Francesco Giuseppe divenuto Imperatore del Messico nel 1864 e ucciso durante la rivoluzione messicana nel 1867. Lo affiancava in qualità di governatore militare il generale Ferenc Gyulai. A seguito dell’unificazione d’Italia, negli elenchi dei palchi camerali scompare l’aggettivo “Imperiale” e così anche i due palchi sono intestati alla “Regia Corte”. Tale dicitura è sostituita da “Beni della corona” a partire dal 1873, anno in cui la proprietà di tutti i palchi camerali fu ceduta dallo Stato al Comune di Milano. Infine nel 1920 tutti i palchi ex-camerali passarono al “Regio Demanio” e quindi a disposizione della direzione del teatro.
(Lorenzo Paparazzo)