Gerarchie del teatro
Già nell’Ottocento un palco alla Scala è considerato uno status symbol per ogni milanese.
Ma non tutti i palchi sono uguali: la Scala sembra riprodurre al suo interno la gerarchia delle classi sociali. A partire dal Palco Reale (detto anche Palco della Corona o Palco Centrale), a cui l’architetto Giuseppe Piermarini si dedica con particolare cura per le decorazioni.
I palchi più ambiti sono quelli dei primi due ordini, specie se vicini al proscenio, perché più esposti alla curiosità della platea: quasi tutte le famiglie dell’alta nobiltà lombarda ne possiedono uno o più. Al terzo e quarto ordine gli occupanti sono meno visibili, con conseguente diminuzione del valore del palco. Il quinto ordine, a disposizione dell’impresario, viene trasformato tra il 1891 e il 1907 nell’odierna prima galleria. Infine il loggione, detto anche “piccionaia” o “paradiso”, ha un pubblico di composizione del tutto diversa: non per forza il basso popolo, ma spettatori “senza guanti”, come riportano alcune cronache dell’epoca.
(Mattia Palma)