Teatro Alla Scala di Milano
Approfondimenti

Ospiti illustri

Tra i frequentatori della Scala delle origini ci sono alcuni filosofi e intellettuali dediti alla diffusione delle nuove idee illuministiche, come Pietro Verri e Cesare Beccaria, tra i fondatori dell’importante rivista letteraria “Il Caffè”.

Dati i prezzi alti, riescono solo ad affittarsi un palco: il n. 16, I ordine destro, uno dei tanti posseduti dai Belgiojoso: questo era di Alberico e Antonio Barbiano di Belgiojoso. Da questo palco assistono all’apertura del Teatro, il 3 agosto 1778. Tengono in affitto il palco fino al 1781. Il soggetto per il sipario della Scala viene suggerito dal poeta Giuseppe Parini, il famoso autore del “Giorno”, spesso ospite nel palco n. 5, II ordine sinistro, di Bartolomeo Calderara.

Giunto a Milano negli anni di Napoleone, Stendhal è autore di cronache fondamentali legate alla città e al suo Teatro. Frequentava la Scala con assiduità e uno dei palchi in cui si faceva ospitare era quello di Ludovico di Breme, il n. 3, III ordine destro. Anche il giovane Alessandro Manzoni frequenta la Scala, preferendo però alla sala il ridotto dei palchi, con i suoi tavoli da gioco; si dice sia stato il poeta Vincenzo Monti a riportarlo sulla retta via. Manzoni sarà ospitato nel palco n. 13, III ordine sinistro, palco di Giuseppe Bernardo Arnaboldi Cazzaniga, acquirente di casa Manzoni, mentre Monti frequenterà il n. 6, I ordine sinistro, di Andrea Appiani. Quanto a un altro grande poeta, Ugo Foscolo, che proprio alla Scala rappresenterà la sua tragedia “Ajace” nel 1811, frequentava il palco n. 7, I ordine sinistro, di Antonietta Fagnani Arese, con cui intrattiene una relazione amorosa e a cui dedicherà la famosa ode “All’amica risanata”.

Quando gli austriaci ritornano a Milano, la Scala è uno dei luoghi più sensibili e per questo più controllati dalla polizia. Nei palchi si riuniscono veri e propri gruppi di cospiratori, ad esempio i patrioti del “Conciliatore”, periodico soppresso dalla censura nel 1819. Due palchi in particolare destano i sospetti della polizia austriaca: il n. 14, II ordine sinistro, e il n. 5, I ordine destro, appartenenti ai Porro Lambertenghi e ai Confalonieri. Ospitano Silvio Pellico, Piero Maroncelli, Giovanni Berchet, e altri intellettuali.

Tra i protagonisti del Risorgimento Italiano ci sono alcune signore dell’aristocrazia milanese, anche palchettiste alla Scala. Ad esempio Cristina Trivulzio di Belgiojoso, proprietaria del palco n. 5, III ordine destro, che nel 1831 sarà costretta a riparare a Parigi. Pur non essendo proprietaria di un palco, Clara Maffei frequenta assiduamente la Scala, recandosi spesso nel palco n.1, I ordine sinistro, di Eugenia Attendolo Bolognini. Anche un’altra figura di spicco del periodo risorgimentale, Giuseppina Negroni Prati Morosini, era proprietaria del palco n. 14, II ordine sinistro. Quanto a Giuseppe Verdi, quando si recava alla Scala frequentava probabilmente il palco di Casa Ricordi, il n. 19, IV ordine destro, anche se in un biglietto da visita destinato a Giulio Ricordi, si sa che sua moglie, Giuseppina Strepponi, era stata una sera nel palco n. 10, I ordine sinistro.

I palchi n. 1 e n.2, II ordine sinistro, detti “Palchetti Reali”, da sempre a uso esclusivo delle autorità ed esentati dal pagamento del canone, vengono occupati da Eugenio Beauharnais, nominato viceré d’Italia nel 1805 da Napoleone, poi dal feldmaresciallo Josef Radetzky, negli anni in cui l’imperatore Francesco Giuseppe gli concede pieni poteri nominandolo governatore generale, dal 1848 al 1857.

(Mattia Palma)