Teatro Alla Scala di Milano

Dai nobili agli industriali

Palco n° 11, I ordine, settore destro
9
Uomini
1
Donne
3
Nobili
5
Imprenditori
1
Benefattori
3
Professionisti
3
Funzionari

La sera del 3 agosto 1778, all’apertura del Teatro, il palco è occupato da Marco Cornaggia Medici <1.> (1729-1792), figlio di Carlo e Vittoria Medici, marchese di Castellanza, di antica famiglia patrizia milanese, coniugato con Giuseppa Bonanomi (1742-1775), già palchettista del vecchio Teatro Ducale bruciato nel 1776. Marco fu Segretario della Cancelleria Segreta dello Stato di Milano e Consigliere Onorario dell’Imperatrice Maria Teresa nel Supremo Consiglio di Economia Pubblica.
Il figlio, Carlo Cristoforo (1774-1847), che ereditò dal padre il feudo e il palco alla Scala, fu dal 1834 Consigliere Comunale di Milano; nel 1797 aveva sposato donna Teresa Sannazzaro (1780-1822), una delle prime e rare imprenditrici del suo tempo, che fondò a Legnano la prima filatura del cotone; morì precocemente dopo aver dato alla luce quindici figli. Uno di questi, Marco <2.>, lo ritroviamo negli anni Cinquanta come proprietario di un altro palco (n° 16, IV ordine, settore destro).
Durante il periodo napoleonico, nel 1809 utente del palco è la marchesa Angela Spinola e nel 1810 l´avvocato Vincenzo Tosi, funzionario del Regno d´Italia. Nel 1813 ritorna nel palco il precedente proprietario, il marchese Cornaggia Medici, che lo terrà sino al 1848.
Dopo l’interruzione delle fonti negli anni seguiti ai drammatici eventi delle Cinque Giornate di Milano (1849-1855), nel 1856 assistiamo a un cambio non solo nella proprietà ma anche nella rappresentanza sociale: al marchese Carlo Cristoforo succede un esponente dell’emergente nuova borghesia, Pietro Baragiola <1.>, fondatore di una filanda nel 1822, la cui ascesa sociale è confermata dalla Guida di Milano del 1844 dove è citato come «Proprietario dell’I. R. Fabbrica Privilegiata Nazionale di stoffe di seta in Como con deposito a Milano in contrada Filodrammatici 1809». Il “Privilegio” era stato concesso dal governo asburgico qualche anno prima (nel 1842) per avere perfezionato un macchinario per la tessitura della seta.
Nel 1865 il palco passa al figlio Giovanni Baragiola (1832-1884) coniugato con Emma Ronzini, appartenente anch’essa a una famiglia di industriali serici del comasco e quindi ai nipoti, figli del fratello Antonio, Pietro <2.> (1854-1914) e Luigi (1857-1921). Luigi, per alcuni anni rappresentante della ditta di famiglia a Vienna, morì giovane in seguito a un’improvvisa malattia. Pietro, laureato in Scienze agrarie, deputato del Regno eletto nel collego di Erba, diversificò le sue attività economiche: oltre ad amministrare l’azienda di famiglia, investì nella navigazione sul lago di Como, nella modernizzazione dei macchinari industriali ed agricoli, nell’introduzione dell’energia elettrica e negli stabilimenti termali a Montecatini. Mecenate, fu un appassionato sostenitore e collezionista delle opere del pittore milanese Filippo Carcano, allievo di Francesco Hayez all’Accademia di Brera, docente presso la stessa Accademia e considerato il caposcuola del Naturalismo Lombardo.
È l´ultimo proprietario perché nel 1920 si costituisce l´Ente Autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano acquisisce i palchi privati.

Antonio Schilirò (A.S.)

Proprietari