Teatro Alla Scala di Milano

Bigli, Confalonieri ed eredi

Palco n° 4, I ordine, settore destro
10
Uomini
7
Donne
14
Nobili
3
Imprenditori
1
Patrioti
1
Musicisti
6
Benefattori

La storia del palco n° 4 corre parallela a quella del suo vicino, il palco n° 5 con un primo comune proprietario: Vitaliano Bigli (1731-1804), ultimo discendente della casata, uno dei tre Cavalieri Delegati designati a trattare, a nome del Corpo dei Palchettitsti, con l’arciduca Ferdinando, il conte Firmian e il regio architetto Giuseppe Piermarini la costruzione dei due nuovi teatri, La Scala e la Canobbiana. Il conte Vitaliano, coniugato con la contessa Claudia ClericiClaudia Bigli Clerici, fu proprietario del Palazzo Bigli di via Borgonuovo 20, quello stesso palazzo che, acquistato poi dalla discussa contessa Giulia Samoyloff, già amante dello zar Nicola I e del compositore Giovanni Pacini, divenne centro della mondanità milanese, ospitando ricevimenti e balli in maschera per migliaia di invitati: tra i più famosi, Franz Liszt.
Non avendo discendenti, il palco, occupato nel 1809 e nel 1810 dal marchese Alfonso Visconti Aymi (1753-1826), passa nel 1813 alla contessa Anna Bigli Confalonieri (1733-1819), sorella di Vitaliano e sposa di Eugenio Confalonieri Strattmann, per poi essere ereditato nel 1827 da Tiberio Confalonieri (1762-1844), zio del più noto Federico (1785-1846), patriota del partito degli “Italici puri” e attivista carbonaro. Fu proprio lo zio Tiberio, in occasione della visita imperiale alla città di Milano nel 1825, a chiedere invano a Francesco I la grazia per il nipote condannato e deportato in America.
Il palco per asse ereditario resta di proprietà della stessa famiglia prima attraverso Marianna Belcredi, moglie di Tiberio, che compare titolare del palco nel 1848; non avendo avuto figli, intestatario sarà poi il nipote Luigi Confalonieri Strattmann (1805-1755), figlio di Vitaliano. Dal 1859, seppur indirettamente, i Confalonieri compaiono sempre nel palco scaligero, posseduto da Luigi Calvi (1815-1871), marito di Marianna Confalonieri, figlia di Luigi e nipote di Tiberio Confalonieri, la quale lo terrà in vedovanza dal 1873 al 1881, lasciandolo in eredità alle tre figlie, Maria, Paola ed Elisa.
Nel 1890 compaiono i fratelli Edoardo ed Eliseo Antonio Porro che interverranno poi attivamente nel dibattito di fine secolo, periodo nel quale addirittura si chiuse il teatro.
Dal 1891 al 1903 il palco è intestato al cavaliere Egidio Isacco, arricchitosi con la filatura della seta, filantropo, Medaglia d’oro dei benemeriti dell’Istruzione Popolare per le sue opere a sostegno dell’infanzia. La fondazione di un moderno asilo intitolato allo zio Zaffiro, a Mojana (Como), fece cronaca: “la cerimonia inaugurale ebbe carattere di schietta cordialità e semplicità, ed in pari tempo fu fatta con uno splendore veramente principesco. Un treno speciale della ferrovia Nord trasportò gl’invitati da Milano a Merone; alla stazione di arrivo numerosi landeau dell’Anonima li trasportavano fino alla soglia…” .
Se il palco scaligero rappresentò il fiore all’occhiello per l’immagine del ricco e benvoluto industriale, ancora maggior peso acquisì il matrimonio della figlia Cleofe, ereditiera di numerose proprietà fondiarie e non, con il nobile Luigi Ginami de Licini, di antica e aristocratica famiglia valserianese; la coppia ebbe tre figli: Lorenzo, il primogenito, intestatario per soli tre anni del palco perché morì giovanissimo; delle due femmine, Margherita sposò il conte Giuseppe Cattaneo di Proh, titolare sino al 1920, quando i palchi privati furono espropriati dal Comune di Milano e si costituì l´Ente autonomo Teatro alla Scala.

Maria Grazia Campisi (M.G.C.)

Proprietari