Il palco dei Visconti di Modrone
Un tempo c’era la cerchia interna dei Navigli, un lungo corso d’acqua navigabile che riprendeva l’antico fossato difensivo della Milano medievale; oggi c’è il lungo percorso che da via Pontaccio porta a via Carducci, girando in senso orario attorno al centro cittadino. Il quarto tratto, da via San Damiano a via Francesco Sforza, è la via Uberto Visconti di Modrone, in rappresentanza della nobile casata, discendente - lo si legge nella prima parte del nome - dai Visconti signori di Milano; la seconda parte del nome si lega invece al luogo di Vimodrone. Nel 1684, infatti, Nicolò Maria Visconti sposò Teresa Pirovano Modroni; Vimodrone fu infeudata al Visconti che, nominato marchese, aggiunse al suo il predicato feudale di Modrone, dando inizio alla dinastia dei Visconti di Modrone. Il nipote abiatico di Teresa, Francesco Antonio (1729-1792), eredita dalla nonna materna anche il cognome e il titolo di Conte Pirovano; ecco perché nel palco n° 3 del I ordine settore destro le fonti segnano come proprietario, nel 1780, il Conte Visconti Pirovano: due anni dopo, il conte si firma nei documenti Alessandro già Francesco Antonio Visconti Pirovano Marchese di Modrone.
Per la famiglia sembra essere il primo palco nei teatri di Milano: i Visconti di Modrone infatti non compaiono tra i palchettisti del Teatro Ducale e del Teatro Interinale eretto dopo l’incendio, in attesa che fosse costruito il Teatro alla Scala: si rendeva d’obbligo per Francesco Antonio Visconti Pirovano di Modrone, Ciambellano di Casa d’Austria, avere un palco. Glielo vendette la duchessa Barbara Moles nata Del Caretto, che le fonti indicano come titolare nel 1778; il notaio Perrochio ratifica il passaggio di proprietà non solo per il palco scaligero ma anche per un palco al Teatro della Canobbiana. Tra la vendita e la presa del palco passa un anno, il 1779, durante il quale le fonti segnalano come proprietario don Antonio Molo, palchettista già del Ducale e titolare per lunghi anni di altri palchi scaligeri.
In epoca napoleonica, titolare risulta il figlio Carlo (1780-1836) che ottiene nel 1813 il titolo di duca. Carlo è il marito di Maria Khevenhüller, figlia del principe Emanuele, funzionario dell´Impero asburgico e palchettista; la coppia non ha figli, quindi il palco, il maggiorasco e il titolo di duca passano al cugino Uberto <1.> (1702-1850). Dopo la sua morte rimane giacente in eredità sino al 1877; non dobbiamo però pensare che rimanga vuoto mancando un proprietario riconosciuto legalmente. Anzi, oltre che dalla famiglia, dagli eredi e dagli ospiti, poteva essere affidato a un procuratore per essere affittato durante la stagione o per spettacoli singoli.
Nel 1878 la situazione si sblocca e compare proprietaria la vedova di Uberto, marchesa Giovanna Gropallo (1805-1884), che aveva generato ben sette figli, quasi tutti defunti appena nati, infanti o giovanissimi o, come nel caso del sesto, Luigi (1839-1879), morti senza discendenza.
L’unico a procreare è il quinto figlio, duca Guido Visconti di Modrone (1838-1902), coniugato nel 1870 con Ida Renzi, la figlia di Francesco, un noto e ricco commerciante veronese che aveva già coronato per sé il sogno di molti esponenti delle classi non nobiliari: si era sposato con una contessa, Lucrezia Gritti. Per la figlia, ricca ereditiera, Francesco vuole di più; così Ida, ventenne, si sposa con Guido, esponente di un casato antico e prestigioso. Cinque sono i figli maschi, il quarto, Giuseppe, diverrà padre di Luchino Visconti, che non fece in tempo a conoscerlo; invece frequentò molto nonna Ida fino a nove anni di età.
Guido, senatore, è uno dei protagonisti della storia milanese e lombarda e di quella del teatro stesso: nel luglio del 1897 la Scala sospese le rappresentazioni in seguito alla delibera del Consiglio Comunale che revocava il finanziamento pubblico da parte del Comune. Guido, insieme a un gruppo di facoltosi cittadini, si fece promotore della costituzione della Società anonima per l’esercizio del Teatro alla Scala, della quale fu presidente, per gestire gli spettacoli senza fini di lucro e con elevati obiettivi artistici. Il Consiglio di amministrazione, formato da Arrigo Boito, Ettore Ponti (futuro sindaco di Milano), Luigi Erba, Luigi Borghi e da suo figlio Giuseppe, nominò Giulio Gatti Casazza direttore generale, come l’impresario di una volta responsabile degli spettacoli ma senza alcun interesse speculativo, affiancato da Arturo Toscanini come direttore dell’orchestra e artistico.
L’opera di Guido da un lato rinforzò il peso contrattuale dei palchettisti, dall’altro fece percepire a tutti, pubblico compreso, l’inizio di un momento di crisi di non facile soluzione.
Dopo Guido prese possesso del palco il primogenito Uberto <2.> (1871-1823) coniugato con Maria Anna Figarolo dei marchesi di Gropallo, bellissima giovane dalle fattezze déco; Uberto continua l’opera del padre, rimanendo alla presidenza della Società esercente sino al 1916. Fondatore degli stabilimenti tessili del marchio “Visconti di Modrone”, rimase titolare sino alla morte. Nel 1928, anno dell´esproprio per pubblica utilità, il figlio Marcello e la vedova cedettero la proprietà al Comune di Milano per lire 44.500, secondo il prezzo stabilito dalla perizia del 1921 e in convenzione con l´Ente autonomo Teatro alla Scala, costituitosi nel 1920.
Pinuccia Carrer (P.C.)
Proprietari
- Moles Del Caretto, Barbara NobiliNobili1778
- Molo, Giuseppe Antonio Nobili, MilitariNobili, Militari1779
- Visconti di Modrone, Carlo Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1796|1809-1810|1813-1815|1817-1836
- Visconti di Modrone Gropallo, Giovanna NobiliNobili1878-1884
- Visconti di Modrone, Guido Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1885-1907
- Visconti di Modrone Khevenhüller-Metsch, Marie Anne NobiliNobili1838-1846
- Visconti di Modrone, Uberto <1.> NobiliNobili1837-1848|1852|1856-1877
- Visconti di Modrone, Uberto <2.> Nobili, Imprenditori, BenefattoriNobili, Imprenditori, Benefattori1908-1920
- Visconti Pirovano di Modrone, Francesco Antonio NobiliNobili1778|1780-1784|1787-1795