Teatro Alla Scala di Milano

Un continuo avvicendarsi di proprietari

Palco n° 13, III ordine, settore destro
10
Uomini
4
Donne
4
Nobili
4
Imprenditori
1
Letterati
3
Professionisti
1
Funzionari

La storia del palco inizia con il marchese Giovanni Battista d’Adda (1737-1784), figlio di primo letto di Febo, il quale si risposa in seguito con Ippolita Bigli; ci è ignoto invece il nome della madre, morta nel 1743. Nel teatro scaligero Giovanni Battista possiede altri due palchi del II ordine sinistro: il n° 13 e il n° 15 (quest’ultimo solo per il biennio 1783-84). Si unisce in matrimonio nel 1771 con Margherita Litta Visconti Arese (1754-1778); è Decurione di Milano, Ciambellano imperiale ed ha un ruolo importante nelle trattative con il governatore, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, e con la cancelleria imperiale di Vienna per l’edificazione del nuovo Teatro alla Scala dopo l’incendio del precedente Teatro ducale. Il marchese infatti viene eletto il 7 marzo del 1776 dall’assemblea generale dei palchettisti nella «Delegazione dei Signori Dodici indicati come i Consiglieri Delegati» alla quale viene conferita la facoltà di trattare e decidere a nome di tutti i palchettisti. Per ragioni pratiche, i Dodici eleggono tre Cavalieri Delegati (il marchese Pompeo Litta, il conte Vitaliano Bigli e il duca Giovanni Serbelloni) con il compito di seguire le varie fasi della costruzione del teatro, riferendo ai Consiglieri Delegati e quindi, per le decisioni più importante, all’assemblea generale dei palchettisti. Giovanni Battista è un grande ammiratore dell’architetto Giuseppe Piermarini e a lui affida la ristrutturazione della villa di delizia a Cassano d’Adda.
Nel 1783 il palco viene venduto alle sorelle Giuseppa Schreivogel (1743-1825), sposata con Giuseppe Perabò, e Caterina (1748-1825), coniugata con Carlo Bianchi, probabilmente figlie del Giovanni Federico “Schraifoghel” detto il Todeschino che figura tra i primi violini dell’orchestra di Giovanni Battista Sammartini e di cui si trovano solo parole di elogio. Alla famiglia di Caterina appartiene il palazzo milanese in via Borgonuovo 5, che nel 1851 è acquistato dai Visconti di San Vito e nel 1940 dai Sioli-Legnani.
Nel 1803 il palco viene comprato dal conte Giacomo Sannazari della Rippa (1755-1804), uno dei più importanti collezionisti d’arte a cavallo tra XVIII e XIX secolo. Giacomo muore però improvvisamente l’8 giugno 1804 lasciando tutti i suoi beni, con grande delusione della vedova Maddalena Imbonati, all’Ospedale Maggiore di Milano (per la cifra colossale di 2,8 milioni di lire), compresi il palco alla Scala e la sua ricchissima raccolta di opere d’arte, tra le quali cui spicca Lo sposalizio della Vergine di Raffaello oggi custodito alla Pinacoteca di Brera.
Il 2 novembre 1804 l’Ospedale Maggiore mette il palco scaligero all’asta e ad aggiudicarselo per la cospicua cifra di 35.000 lire è il “cittadino” (sono gli anni della Repubblica Cisalpina) Giovanni Battista Legnani (1751-1840); questi nel 1809 lo condivide con Francesco De Luigi (1772-1850), uno dei fondatori della Società di compensi vicendevoli pei danni della grandine e membro del Comitato di vigilanza. Dal 1856 intestataria del palco è la moglie, Carolina De Luigi Kramer (1789-1858), figlia del facoltoso commerciante e industriale tedesco del cotone Adam Kramer; il palco passa quindi nel 1858 al figlio Giuseppe De Luigi (1805-1863), ingegnere milanese, progettista di ferrovie e autore del primo studio di un collegamento ferroviario tra Monza e Lecco, quindi dal 1873 alla sua vedova Matilde Cornalia. Nel 1878 Matilde è affiancata da Giovanni Marani (1808-1881), componente della Commissione di Vigilanza per il Debito Pubblico del Ministero delle Finanze, esempio di una borghesia impegnata nel “sociale”: fondatore della Società Italiana di Scienze Naturali, socio promotore della Società d’Incoraggiamento delle Arti e dei Mestieri, fondata nel 1838 con la finalità di migliorare le competenze tecniche del personale manifatturiero e sostenere artigiani e piccoli imprenditori che innovavano i processi produttivi. La Società avviò corsi di formazione e aprì la Scuola di Chimica Industriale; questi è proprietario anche del palco n° 17 del IV ordine sinistro.
Nel 1879 il palco è intestato a tre nuovi proprietari: Carlo Bosisio (1806-1886), Ermenegildo Tagliabue (1824-1903?) e il conte Giuseppe Malliani (1855-1920). Il primo, assistente del custode del Teatro alla Scala, coniugato con la ballerina Adelaide Superti, è un caso pressoché unico fra i palchettisti: dalla fine degli anni Cinquanta sino al 1885 compare nelle fonti come proprietario, per periodi di lunghezza diversa, di ben nove palchi, cinque dei quali (n° 4, 5, 20, IV ordine sinistro; n° 13, II ordine destro; n° 3, IV ordine, destro) con Domenico Cagnolati - titolare del Caffè dei virtuosi in piazza del Teatro alla Scala 1144, dove aveva lavorato da giovane garzone Domenico Barbaja - e con suo genero Gaspare Antonio Ferrini o solo con quest’ultimo; a questi va aggiunto il palco di famiglia (n° 9, IV ordine destro) in comproprietà con la moglie Adelaide Superti (1863-1873) e, ultimo acquisto (1879) il palco n° 18, III ordine destro. Ermenegildo Tagliabue, secondo comproprietario è un commerciante di majolica d’Este che, probabilmente, acquista questo e altri palchi come forma di investimento.
Nel 1903 gli subentra come erede il figlio Carlo Tagliabue. Il terzo comproprietario, Giuseppe Malliani, dottore in legge, è assessore al Comune di Bergamo nel 1883, quindi sindaco della stessa città nel 1892 e ancora nel 1903; nel 1899 ottiene il titolo nobiliare da Umberto I per sé e per la propria famiglia. Poiché dal 1886 nelle fonti non compare più il nome di Carlo Bosisio, possiamo ipotizzare che questi fosse da poco deceduto.
Ultimo proprietario dal 1919 è il cavaliere e avvocato Luigi Puricelli, registrato come intestatario, insieme al fratello Paolo, di uno studio in via in sant’Orsola. Puricelli è un professionista molto in vista, azionista e membro del Consiglio d’amministrazione di diverse società, presidente della Società Anonima Rancati. A lui il palco rimane sino al 1920, anno in cui il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi privati e si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala.

Lorenzo Paparazzo (L.P.)

Proprietari