Teatro Alla Scala di Milano

Dopo i nobili gli industriali del cotone

Palco n° 2, III ordine, settore destro
10
Uomini
5
Nobili
3
Imprenditori
3
Professionisti

La storia del palco inizia con tre esponenti della nobile famiglia Citterio, originaria di Alessandria e che ritroviamo a Milano sin dall´epoca rinascimentale: sono i fratelli Giuseppe, Antonio e Ferrante Giuseppe Citterio. I tre condividono la proprietà del palco sino al 1790, quando probabilmente Giuseppe muore. Infatti dal 1791 al 1796 compaiono cime titolari soltanto Antonio e Ferrante Giuseppe. A Milano assai nota è la loro dimora, il Palazzo Citterio, gioiello del centro storico della città: costruito nel 1764 in Brera, per passare nell’Ottocento ai principi von Fürstenberg e ai banchieri Rosenberg Colorni, nel 1972 viene acquistato dallo Stato e destinato a divenire, dopo i lavori di restauro, parte della cosiddetta “Grande Brera”, vista la vicinanza con la Pinacoteca.
Dopo quella dei Citterio, un’altra prestigiosa famiglia succede nel palco, quella dei Borromeo Arese: dal 1809 al 1820 il palco è intestato al conte Giovanni Carlo Borromeo Arese (1743-1820) del ramo cadetto: il titolo nobiliare del ramo principale era quello di marchese d’Angera; Giovanni Carlo non ha figli e il palco passa dal 1821 al 1835 al nipote Carlo Borromeo Arese (1787-1866), figlio di suo fratello Antonio: a differenza dello zio, Carlo Borromeo ebbe numerosa prole, ma nessun Borromeo eredita questo palco che passa alla nobile famiglia bresciana Maggi, con radici anche a Milano e a Cremona, già proprietaria del palco n° 14, II ordine destro. Sembra probabile che, lasciato il palco di II ordine, i Maggi si siano comprati o abbiano permutato questo palco; nel palco n° 14 infatti compaiono come intestatari i Borromeo. Luigi Maggi è titolare nel 1832-1833, a lui si aggiunge in condivisione nel 1834-1835 il fratello Giuseppe che rimarrà proprietario unico dal 1836 al 1848. L’ingegner Luigi abitava in corsia di S. Marcellino 1794 (zona via Broletto), il marchese Giuseppe in piazza della Canonica 748, oggi in pieno quartiere cinese. La residenza estiva era in località Vho (Piadena-Cremona), in una villa che doveva rappresentare una sorta di trionfo della famiglia: nel portico busti di antenati in costume romano, nel salone l’apoteosi affrescata nel 1793 da Felice Campi e Giovanni Motta. Nel 1841 la villa venne venduta alla famiglia Trecchi e ancora oggi, convertita in casa di riposo, è nota come Villa Magio-Trecchi.
Nel 1856 il palco risulta giacente in eredità sino al 1863 quando subentra Carlo Ambrogio Maggi <2.> che ne detiene il possesso sino al 1881; abitante in via Manzoni 8, risiedeva per lo più a Misinto (oggi in provincia di Monza Brianza, nella zona del parco delle Groane) dove aveva una tenuta vastissima, che includeva le scuderie e una pista per le corse ippiche. Si chiama come il nonno - palchettista - e forse potrebbe essere il figlio di Giuseppe.
Un’altra importante famiglia lombarda conclude la storia del palco. Si tratta della nobile famiglia Borghi, di origine cremonese, nota per l’impulso che impresse all’industria del cotone nella zona tra Milano, Varese e Como sin dagli inizi nell’Ottocento. Aveva cominciato a inizio secolo Pasquale Borghi a Varano, nel varesotto, e nel giro di pochi decenni lo stabilimento divenne il “Cotonificio Pasquale e F.lli Borghi”. Non poteva mancare il palco alla Scala. Il primo ad essere titolare di palco dal 1882 è l’ingegnere Pio Borghi (1847-1900), che aveva ereditato la passione per il cotonificio dal padre Luigi (1816-1859) nipote del fondatore, il quale, patriota e mazziniano, approfittò del suo esilio in Inghilterra per capire il funzionamento dell’industria tessile d’Oltremanica, importandone al rientro in patria gli evoluti macchinari. Luigi aveva sposato Orsola Maria Ponti, sorella di Andrea, industriale cotoniero e proprietario del palco n° 5, II ordine sinistro. Andrea Ponti chiamò Pio Borghi alla vicepresidenza del suo Linificio e Canapificio Nazionale e della Filati Cucirini e poi alla presidenza della Società Anonima Cotonificio Cantoni, la prima impresa cotoniera italiana a trasformarsi nel 1872 in società per azioni ed essere quotata in borsa. Borghi e Ponti avevano consolidato abilmente non solo i legami famigliari ma, attraverso di essi, anche quelli aziendali.
Luigi Borghi (1878-1947), figlio del fratello di Pio, Napoleone, all’alba del nuovo secolo, ereditò l’azienda di famiglia. Triste la sua vita, perché la moglie, l’eterea Bice Amman, pittrice dilettante e ottima ricamatrice, morì a venticinque anni, nel 1909, dopo soli sei anni di matrimonio, lasciandolo con due figli piccoli. Luigi vendette il cotonificio, sull’orlo del fallimento, nel 1913, ma non il palco: rimase l’ultimo proprietario fino al 1920, anno in cui si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi privati.

Giulia Ferraro (G.F.)

Proprietari