Teatro Alla Scala di Milano

Dai Trivulzio ai Buffoni

Palco n° 4, IV ordine, settore destro
5
Uomini
2
Donne
2
Nobili
2
Imprenditori
1
Musicisti
2
Professionisti
1
Militari

Giorgio Teodoro Trivulzio (1728-1802), IV marchese di Sesto Ulteriano, già titolare di due palchi nei prestigiosi II e III ordine è il primo proprietario del palco, acquistato all´asta il 20 marzo 1778, per il prezzo di 3.500 Lire imperiali, prezzo fissato per tutti coloro che avessero rinunciato al palco nel Teatro piccolo della Canobbiana. Decurione di Milano, Giudice della Strada e Ciambellano, era figlio di Alessandro Teodoro e Margherita Pertusati. Detto “mezz’orbo” per via del suo difetto di strabismo, ebbe il merito di riunire per alcuni anni nel palazzo di piazza Sant’Alessandro la biblioteca ereditata tanto dal padre che dallo zio Carlo, abate e dotto antiquario: si trattava della nota e preziosa Biblioteca Trivulziana, con collezioni di inestimabile valore.
Alla morte di Giorgio Teodoro, la ricca collezione venne spartita in parti eguali tra due dei tre figli maschi, nati dal matrimonio con Maria Cristina Cicogna Mozzoni: Gerolamo e Gian Giacomo Trivulzio (1774-1831), designato anche erede del palco. La parte di raccolta toccata a Gerolamo venne ereditata per discendenza femminile prima dalla figlia Cristina TrivulzioCristina Trivulzio di Belgiojoso - la famosa protagonista del Risorgimento italiano, sposa del giovane e scapestrato Emilio di Belgiojoso - e poi dalla nipote Maria Trotti, che ne vendette la gran la parte all’estero, e il resto alla casa editrice milanese Hoepli, fondata nel 1870 dallo svizzero Ulrico.
Il marchese Gian Giacomo, uomo di grande cultura e collezionista, ebbe invece la possibilità di continuare l’opera di consolidamento e incremento della biblioteca: proprio con lui, il patrimonio librario del fastoso palazzo di piazza Sant’Alessandro si arricchì di codici rari di autori quali Dante, Petrarca, Leonardo, Ariosto con l’annessione tra gli altri del ricchissimo fondo dell’amico pittore Giuseppe Bossi. Di Dante, in particolare sono censiti 25 codici della Divina Commedia, completi o parziali. Socio corrispondente dell’Accademia della Crusca, amico di Parini e Monti, il marchese operò in prima persona da filologo sui testi, restituendo alcune revisioni di opere dantesche, quali il Convivio e la Vita nuova. Vissuto a cavallo tra il periodo napoleonico e la Restaurazione, Gian Giacomo fu anche un importante personaggio pubblico: ciambellano della casa d’Italia, conte del Regno Italico, cavaliere della Corona Ferrea, consigliere comunale di Milano, malgrado i mutamenti di regime, in un ampio arco temporale che va dal 1807 al 1827, a dimostrare la potenza di una famiglia stabile e riconosciuta sotto qualunque bandiera e al di là degli avvicendamenti politici. Il marchese condivise persino la sedizione liberale di Federico Confalonieri, ricordata da Alessandro Manzoni nell’ode Marzo 1821.
Alla sua morte, il palco rimase per qualche anno di proprietà degli eredi, probabilmente i cinque figli (due maschi e tre femmine) avuti dal matrimonio con donna Beatrice Serbelloni. A differenza degli altri palchi di famiglia, nel 1838 il palco 4 venne rilevato e rimase per qualche anno del ragioniere Giovanni Battista Strada, di cui ci rimangono poche notizie, prima di passare in maniera definitiva alla famiglia Buffoni nel 1842, nella persona di Pietro Buffoni fu Francesco (?-1864), censito nelle guide di Milano come “negoziante in telerie, cotonerie, lanerie”. Ricco e affermato mercante, aveva sposato Teresa Crotti, ereditaria del palco e proprietaria dal 1873 al 1877, poi tutrice della figlia. Il patrimonio e il palco passarono quindi alla figlia Carolina maritata Maffoni e poi Baggi. Sarà con lei che si chiuderà la storia del palco, quando nel 1920 il Comune di Milano delibera di procedere all’esproprio dei palchi e si istituisce l’Ente autonomo Teatro alla Scala.

Maria Grazia Campisi (M.G.C.)

Proprietari