Due palchi, una storia parallela
I palchi di IV ordine vengono messi all’asta nella primavera del 1778, l´anno dell’inaugurazione del Teatro alla Scala. Le vite dei nuovi o dei “vecchi” palchettisti, già presenti nei primi tre ordini, si intrecciano in un complesso contrappunto parentale e arricchiscono la variegata polifonia scaligera.
Don Giuseppe Gemelli, abate di Orta e, ci dicono documenti del tempo, “dottissimo scrittore di cose agrarie”, compare come primo proprietario di questo palco; non ne possiede altri, come il suo successore Giovanni Battista Gemelli, della stessa famiglia, ammessa agli onori del patriziato milanese con decreto del 23 dicembre 1770 e confermata nell’antica nobiltà con Sovrana Risoluzione Austriaca del 21 novembre 1816.
Dal 1796 al 1834, con la sola interruzione del 1809, quando utente è il conte Francesco Crevenna e del 1810, quando utente è Antonio Tinelli, signore di Gorla, compare un altro Giovanni Battista: è il ricco possidente Giovanni Battista Rigola (1770-1832), di famiglia di commercianti originaria di Intra; Rigola è già intestatario del palco n° 6 del III ordine destro, palco acquistato in periodo napoleonico, nel 1811, da Paolo Grancini “negoziante in droghe e liquori spiritosi”. Come emblema della propria ricchezza, oltre al palco, Rigola aveva prima affittato e poi comprato una “casa di massaro” dei Borromeo, in quel di Origgio (oggi Villa Borletti) con terreno arativo e piantagione di gelsi; col fratello Giuseppe l’aveva trasformata in “casa di villeggiatura con giardino” e nel 1801 l’aveva venduta al benestante Giuseppe Maria Pedretti. Imparentato con una “signora Curioni Rigola” (la vedova?) titolare di un palco alla Canobbiana nel 1842-43, Giovanni Battista era probabilmente lo zio di Adelaide Curioni Merlotti che eredita il palco scaligero nel 1835, oltre al palco alla Canobbiana e l’altro palco di Rigola, il citato n° 6 del III ordine destro. La Curioni era sposata con Francesco Merlotti, del quale rimane vedova, stando alle fonti, nel 1837. Longeva, Adelaide lascia il mondo nel 1897; il suo palco passa al figlio Francesco Merlotti, omonimo del marito, che lo terrà fino al 1909. Così è per l’altro palco della Curioni.
Nel 1910-11 il palco entra in possesso della famiglia Schieppati (o Schiepatti, o Schiepati), così come accade per il n° 6 del III ordine che come abbiamo visto ha una sorta di storia parallela; ascritta nella beneficenza, soprattutto per gli ospizi e le scuole dell’infanzia, insieme ai Calchi, agli Strada, ai Gambarana, tutti palchettisti. Tra l’altro una Schieppati, Giuditta, benefattrice dell’ospedale Fatebenefratelli, era la moglie di quel Paolo Grancini che aveva venduto il palco a Rigola nel 1811. Gerolamo Schieppati potrebbe essere il commerciante in cascami e seta, con un negozio in via Broletto 43, fratello dell’editore Carlo libraio a Milano in Piazza dei Mercanti 26. Nel 1912-13 il palco è giacente in eredità, nel 1914 ne diviene intestataria Virginia Schieppati, vedova Guazzoni, forse la figlia: di lei poco è dato sapere se non il suo indirizzo, S. Nicolao 5. Nel 1920 i palchi vengono espropriati dal Comune e la formazione dell’Ente autonomo Teatro alla Scala decreta la fine della loro proprietà privata.
Pinuccia Carrer (P.C.)
Proprietari
- Crevenna, Francesco NobiliNobili1809
- Gemelli, Giovanni Battista 1791-1795
- Gemelli, Giuseppe NobiliNobili1778-1784|1787-1790
- Guazzoni Schiepati, Virginia 1914-1920
- Merlotti Curioni, Adelaide NobiliNobili1835-1848|1852|1856-1897
- Merlotti, Francesco 1898-1909
- Rigola, Giovanni Battista NobiliNobili1796|1813-1815|1817-1834
- Schiepati, Gerolamo BenefattoriBenefattori1910-1913
- Tinelli, Antonio Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1810