Teatro Alla Scala di Milano

Dalla nobiltà alla borghesia

Palco n° 12, I ordine, settore sinistro
7
Uomini
3
Donne
8
Nobili
3
Imprenditori
4
Benefattori
1
Professionisti
1
Ecclesiastici

Quando la famiglia Miconi di nobili origini genovesi si trasferì a Milano nel XVIII secolo acquisì la cittadinanza lombarda e ne sottolineò l’appartenenza con l’acquisto nel 1778 di un palco nel nuovo teatro scaligero appena sorto. I due fratelli Alessandro (1728-1792) e Antonio Maria Miconi (1723-1798), l’uno sacerdote e l’altro senza eredi, lasciarono per testamento i loro beni al nipote Marco Cassera, marito della sorella Teresa: il loro figlio conte Giuseppe <1.> (1784-1813) ereditò il palco. Alla sua morte saranno la vedova Luigia Ferrari Oltrocchi (1796-1813), poi risposata con il conte Francesco Borgia, e la figlia AngiolaAngiola Della Somaglia (1813-1877) a figurare come proprietarie. Ultima esponente del casato Cassera, Angiola si unì in prime nozze al conte Giovanni Cavazzi della Somaglia e in seconde al senatore del Regno Marco Greppi, conte di Bussero. Dedicò la propria vita alla beneficenza; seguendo il suo esempio, anche il figlio Gian Luca rivestì importanti cariche nell’ambito dell’assistenza e dell’impegno sociale e umanitario, divenendo tra l’altro Presidente della Croce Rossa.
Nell’avvicendarsi dei proprietari e delle eredità, il palco fu testimone della trama genealogica intessuta nel XIX secolo tra alcuni dei più importanti casati nobiliari di Milano. La linea ereditaria quindi, pur sotto diversi nomi, si mantenne ininterrotta fino al 1873, anno in cui nella proprietà del palco venne sancito il passaggio dalla nobiltà di centenaria tradizione alla più recente, ma altrettanto potente, alta borghesia lombarda. Così il n° 12 del I ordine sinistro, acquisito da Giovanni Battista Ponti (1827-1882), divenne il palco di una famiglia di facoltosi industriali tessili del varesotto ed ebbe come ultimo proprietario, dal 1885, il suo più noto esponente Ettore Ponti (1855-1919), cui ancora alcune vie di Milano recano omaggio.
Progressista e liberale, il suo impegno, tanto come industriale che come politico, fu volto all’innovazione tecnologica, alla promozione culturale e all’assistenza sociale. Fu uno tra i primi a realizzare villaggi industriali, con scuole, forni e società di mutuo soccorso per gli operai. Finanziò la costruzione, presso l’Ospedale Maggiore di Milano, di due padiglioni per la cura e la riabilitazione degli infortuni sul lavoro. Fu sposato a Remigia Spitaleri dei Baroni di Muglia, di origine catanese e musicista, donna di grande fascino, dalla quale ebbe tre figli. Ponti fu membro della Società anonima per l’esercizio del Teatro alla Scala, della Società Storica Lombarda, dell’Accademia di Belle Arti; fece parte del consiglio di amministrazione della Società Anonima Meccanica Lombarda, che fornì gli areoplani “Aviatix” usati nella guerra italo-turca. Durante il suo mandato di sindaco (1905-1909) Ponti dotò Milano di infrastrutture e servizi pubblici che potessero sostenere la nuova realtà urbana in espansione: alla sua amministrazione si devono l’Azienda elettrica municipale, l’Istituto Autonomo delle Case popolari, i lavori di prolungamento della rete tranviaria, il nuovo macello, il mercato del bestiame e ortofrutticolo. Nel 1906 la città ospitò l’Esposizione Universale, detta “del Sempione”, per l’apertura dell’omonimo traforo ferroviario che metteva in comunicazione Italia e Svizzera. Dopo aver ospitato il re e la regina nella sua residenza a Palazzo Bigli, Ettore Ponti ricevette il titolo, con dignità ereditaria, di Marchese, ad aggiungersi agli innumerevoli altri riconoscimenti: Cavaliere del lavoro, Commendatore della Legione d’onore, Senatore dal 1900. Anche dopo il ritiro a vita privata e la ripresa degli studi, Ettore Ponti non abbandonò il proprio impegno politico e sociale: membro del Comitato Lombardo per le vittime del terremoto di Messina e Reggio Calabria e dell’Associazione per l’alta cultura a Milano, patrocinò la costruzione di Città Studi e fu uno dei promotori degli Istituti Clinici di Perfezionamento per giovani medici (1906).
Così si legge nella commemorazione ufficiale del Senato:“La innata signorilità del Ponti e l’elevato modo di intendere la dignità della rappresentanza cittadina, congiunte alla varia e vasta cultura, e la sua famigliarità colle lingue estere, fecero di lui il sindaco ideale di Milano nel momento in cui si apprestava a divenire il convegno di quanto di più illustre enumerava il mondo industriale, commerciale, scientifico ed artistico”.

Maria Grazia Campisi (M.G.C.)

Proprietari