Teatro Alla Scala di Milano

Il palco di Olga e Umberto Giordano

Palco n° 17, I ordine, settore sinistro
4
Uomini
2
Donne
4
Nobili
1
Imprenditori
1
Musicisti
1
Benefattori

Il palco presenta tre grandi famiglie di proprietari nell’arco di circa centotrent’anni.
Inizialmente furono i Castelbarco ad acquistare la postazione nel primo ordine, detenendone il possesso fino all’Unità d’Italia. Nella storia di famiglia, tante le notizie e gli aneddoti che ci rivelano una intensa passione per la musica e per le arti; basterà citare che alla fine del Seicento sono di loro possesso quattro Stradivari, tre violini (1685, 1699 e 1714, quest’ultimo poi trasformato in viola dal liutaio Jean-Baptiste Vuillaume) e un violoncello datato 1697; Francesca Simonetta (1731-1796), prima intestataria del palco e moglie del cugino Cesare Ercole Castelbarco Visconti Simonetta (1730-1755), fu ispiratrice del venerando Abate Parini. Nel periodo napoleonico il palco appartenne sempre alla casa Castelbarco per essere acquisito in eredità, nel 1813, dal nipote di Francesca, Cesare Pompeo (1782-1860), figlio del marchese Carlo Ercole e di Maria Litta Visconti Arese, donna bellissima e coltissima. Nella sua lunga vita, Cesare Pompeo amò le lettere e l’arte, comprò quadri, oggetti antichi e libri rari; scrisse una gran quantità di lavori letterari, da sonetti a tragedie, si dedicò alla pittura e alla musica e fu, oltre che abile violinista e prolifico compositore, collezionista di strumenti ad arco.
Il palco rimase proprietà di Cesare Pompeo fino alla morte; compare infatti la dicitura “eredi” per l’anno 1861, allorché il palco passò probabilmente al nipote Cesare di Castelbarco Albani (1834-1890).
Dal 1862 il palco ebbe proprietari d’eccezione, divenendo patrimonio privato di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia (1861-1878. e poi di Umberto I, che lo lasciò nel 1893. Entra qui in scena non più un nobile, ma un imprenditore, Giuseppe Spatz proprietario e gestore dell’Hotel Et de Milan, unico albergo dotato di posta e telegrafo, in Via Manzoni, allora Corsia del Giardino; qui visse negli ultimi anni e morì Giuseppe Verdi il 27 gennaio 1901; il Commendatore Spatz donò successivamente gli abiti del compositore a "Casa Verdi". I cappelli hanno l´etichetta della Cappelleria Antonio Ponzone di Milano (Fornitore della Casa Reale) mentre la cappelliera reca in evidenza il celebre marchio della fabbrica Borsalino.
Spatz acquistò nel 1909, anno della sua morte, Villa “Fedora”, così denominata per onorare il genero, Umberto Giordano, marito della figlia Olga Spatz-Wurms (dal nome della madre, nobildonna russa Caterina Wurms): entrambi ereditarano il palco n° 17. Olga e Umberto Giordano si erano sposati nel 1896, a coronamento di una giovanile e duratura passione; durante la luna di miele, gli sposi desiderarono rendere omaggio a chi non era stato estraneo alla loro storia d’amore, recandosi a Genova dal “vecchio maestro” Giuseppe Verdi.

Creusa Suardi (C.S.)

Proprietari