Teatro Alla Scala di Milano

Dai Calderara ai Volpi Bassani

Palco n° 8, I ordine, settore sinistro
8
Uomini
3
Donne
8
Nobili
2
Imprenditori
3
Benefattori
1
Professionisti
2
Militari

Negli anni 1778-1779 il palco risulta appartenere al marchese Bartolomeo Calderara (1747-1806), coniugato con la danzatrice Vittoria Peluso, impegnato tra il 1776 e il 1778 nell’Impresa del Teatro alla Scala e che nel 1778 assunse, con un contratto di cinque anni, l’appalto del teatro insieme ad altri due palchettisti, il conte Ercole Castelbarco e il marchese Giacomo Fagnani.
Dal 1780 il palco fu di proprietà di Federico <1.> Fagnani (1702-1782), coniugato con Rosa Clerici, e in seguito di suo figlio Giacomo (1740-1785), sposato con Costanza Brusati. La coppia ebbe tre figli: Federico <2.>, Maria Emilia e Antonietta. Il primo, nato nel 1775, fu il quinto marchese di Gerenzano e con lui si estinse la linea maschile della famiglia. Nella Milano napoleonica il marchese Federico ricoprì varie e importanti cariche: fu ciambellano, consigliere di Stato, cavaliere della Corona ferrea. Non contrasse mai matrimonio, né si conoscono i nomi delle sue amate, se non quello di Angela Petragrua. L’unica indicazione al riguardo, datata 26 dicembre 1814, si trova a margine di una copia in possesso di Stendhal della Historia pittorica dell’Italia di Luigi Lanzi, in cui lo scrittore francese lamenta di essere stato abbandonato dalla sua amante Angela per il marchese Fagnani.
Dal 1841 il palco passò agli eredi di Federico, che, non avendo figli, furono le due sorelle maria Emilia e Antonietta. Maria Emilia nacque a Londra dalla relazione adulterina tra la madre Costanza e William Douglas, terzo conte di March e quarto duca di Queensbarry, iniziata durante uno dei molti viaggi della coppia nel nord Europa. Giacomo riconobbe la figlia come propria e, tuttavia, Mie-Mie (questo il soprannome della bambina) crebbe in Inghilterra sotto la tutela di George Selwyn, amico di Douglas, e, ancora adolescente, sposò Charles Francis Seymour-Conway, conte di Yarmouth, per trasferirsi poi con il marito a Parigi. Non fu lei, però, a ereditare il palco, ma l’ultimogenita, Antonietta: nata nel 1778 fu una delle figure di spicco della società milanese in epoca napoleonica. Il 20 dicembre 1798 sposò, in Santa Maria alla Porta, il conte Marco Arese Lucini, motivo per cui i due palchi, di proprietà della sola famiglia Fagnani fino al 1848, passarono per eredità agli Arese Lucini. Antonietta, più volte citata dai contemporanei per la bellezza e il rafinato ingegno, intrattenne una relazione amorosa con Ugo Foscolo, il quale le dedicò la famosa ode All’amica risanata: l’occasione fu il rientro in società dell’amata, dopo un periodo di malattia durante il quale al poeta non era stato possibile vederla. La relazione ci è nota attraverso le sole lettere di lui, il cui destino costituisce un caso interessante. Restituite a Foscolo dall’amante dopo la rottura del rapporto, furono affidate dal poeta a Silvio Pellico, dopo l’arresto del quale passarono attraverso varie mani, per giungere infine al letterato Emilio De Tipaldo, che ne fece due apografi, rinvenuti successivamente nell’archivio della Casa Editrice Barbera. Gli originali, finiti in Grecia, non sono mai stati ritrovati.
Dal 1856 al 1859, dunque, il palco fu di proprietà della famiglia Arese Lucini, nella figura del conte Antonio, per essere poi acquistato, nel 1860, da Fortunato Bassani, ricco possidente mantovano di origine ebraica convertito al cattolicesimo, proprietario di molti stabili in città, contando ben nove case nella Milano del 1893, nelle zone di via Rastrelli, corso di Porta Romana, Borgo San Gottardo.
Il palco fu ereditato dalla figlia Alessandrina e dal genero Pietro Volpi Bassani, noto a Milano per aver costruito la Galleria Visconti o Volpi Bassani, demolita nel 1938 per far posto a piazza Diaz. Volpi Bassani, avvocato, cavaliere, commendatore, era attivo pacifista e promotore, come Guido Carlo Visconti di Modrone, della rivista Giù le armi, edita da Sonzogno. Per onorare la memoria della moglie, morta nel 1901, si assunse l´onere delle spese di restauro della leonardesca Sala delle Asse al Castello Sforzesco.
Fu l´ultimo proprietario: nel 1920 il Comune inizia l´esproprio dei palchi e si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala.

Giulia Ferraro (G.F.)

Proprietari