Teatro Alla Scala di Milano

Intrecci di palchi

Palco n° 9, I ordine, settore sinistro
7
Uomini
3
Donne
9
Nobili
1
Imprenditori
1
Musicisti
1
Benefattori
1
Professionisti
2
Militari
1
Funzionari

Negli anni 1778-1779 il palco appartenne al marchese Federico <1.> Fagnani (1702-1782), coniugato con Rosa Clerici, e al loro figlio Giacomo (1740-1785), sposato con Costanza Brusati.
Nel 1780 passò nelle mani del marchese Bartolomeo Calderara (1747-1806), coniugato nel 1783 con la danzatrice Vittoria Peluso. Nel 1778 Calderara assunse con un contratto di cinque anni l’appalto del teatro insieme al conte Ercole Castelbarco e al marchese Giacomo Fagnani.
Nel 1813 il palco fu ereditato dalla vedova Vittoria, coniugata in seconde nozze, dal 1808, con il generale Domenico Pino. Nel 1821 la storia del palco n° 9 ritorna ad intrecciarsi con le vicende della famiglia Fagnani. Dal matrimonio tra Giacomo Fagnani e Costanza Brusati erano nati tre figli: Federico <2.>, Maria Emilia e Antonietta. Il primo, nato nel 1775, fu il quinto marchese di Gerenzano e con lui la linea maschile della famiglia si estinse. Maria Emilia nacque a Londra dalla relazione adulterina tra la madre Costanza e William Douglas, terzo conte di March e quarto duca di Queensbarry, iniziata durante uno dei molti viaggi intrapresi dalla coppia nel nord Europa. Giacomo riconobbe la figlia come propria e, tuttavia, Mie-Mie (questo il soprannome della bambina) crebbe in Inghilterra sotto la tutela di George Selwyn, amico di Douglas, e, ancora adolescente, sposò Charles Francis Seymour-Conway, conte di Yarmouth, per trasferirsi poi con il marito a Parigi.
L’ultimogenita Antonietta nacque nel 1778 e fu una delle figure di spicco della società milanese in epoca napoleonica. Il 20 dicembre 1798 sposò, in Santa Maria alla Porta, il conte Marco Arese Lucini, ed è infatti come contessa Arese Lucini che risulta proprietaria del palco n° 9, a partire dal 1821. Antonietta, più volte citata dai contemporanei per la bellezza e il rafinato ingegno, intrattenne una relazione amorosa con Ugo Foscolo, il quale le dedicò la famosa ode All’amica risanata: l’occasione fu il rientro in società dell’amata, dopo un periodo di malattia durante il quale al poeta non era stato possibile vederla. La relazione ci è nota attraverso le sole lettere di lui, il cui destino costituisce un caso interessante. Restituite a Foscolo dall’amante dopo la rottura del rapporto, furono affidate dal poeta a Silvio Pellico, dopo l’arresto del quale passarono attraverso varie mani, per giungere infine al letterato Emilio De Tipaldo, che ne fece due apografi, rinvenuti successivamente nell’archivio della Casa Editrice Barbera. Gli originali, finiti in Grecia, non sono mai stati ritrovati.
Come i palchi n° 7 e n° 8 dello stesso ordine, il n° 9 passò definitivamente dalla famiglia Fagnani a quella degli Arese Lucini. Dal 1856 al 1862 fu di proprietà del conte Antonio, nipote di Antonietta, quindi del figlio di quest’ultima e di Marco Arese Lucini, Francesco. Nato nel 1805, il conte Francesco fu deputato nel 1849 e senatore dal 1854 al 1881. Suo nipote Achille ereditò il palco nel 1883: fu militare di carriera e deputato per due legislature dal 1873. La storia del palco si chiude con Margherita Arese Lucini, figlia di Achille e coniugata con Rienzo de Renzis, barone di Montanaro e di San Bartolomeo, esponente di una delle famiglie nobili dell’ormai ex Regno delle Due Sicilie. Margherita mantenne la titolarità dal 1906 al 1920, quando la storia delle proprietà private dei palchi si concluse con la costituzione dell’Ente autonomo del Teatro alla Scala.

Giulia Ferraro (G.F.)

Proprietari