Il palco dei bibliofili
Nel 1778 Don Antonio Greppi assicura il palco alla Regia Camera, inserendolo così tra i palchi della Corona. L’anno successivo è acquisito dal conte Giulio Fedeli (anche Fedele) (1717-1789), figlio del conte Giovanni Antonio e di Maria Gioseffa Ferrari, figlia di Giovanni Antonio. Giulio Fedeli appartenne al consiglio dei LX Decurioni milanesi e fu Decurione del tribunale di provvisione, Ciambellano e gentiluomo da camera dell’imperatore. La famiglia di origine è oriunda di Monza e si estingue con lui. Sposò in prime nozze Giulia Salazar e in seconde nozze, nel 1783, Gabriella Agazzi, o D’Ajazzo, vedova del marchese Grimaldi di Nizza. Giulio Fedeli ha l’onore di essere citato nel volume I benefattori dell’umanità degli uomini d’ogni paese e d’ogni condizione i quali hanno acquistato diritto alla pubblica riconoscenza, pubblicato a Firenze da Vignozzi nel 1843, dove risulta essere stato tra i benefattori dell´Ospedale maggiore di Milano, grandiosa opera del Filarete: «L’abate Fieri-Crivelli e il conte Giulio Fedeli donarono per cadauno novantamila lire milanesi»; un’altra fonte riporta che, in vita, donò 60.000 lire milanesi. Inoltre, con testamento 23 marzo 1783, istituì erede universale l’Ospedale mentre lasciò al principe Khevenhüller tutti i suoi quadri. L’asse ereditario «fu di lire 1.112.000 che, depurato dalle passività, venne a residuare a milanesi lire 602.462,1». L’Ospedale lo omaggerà di un ritratto, realizzato da Anton Francesco Biondi, tuttora conservato nella quadreria storica del Policlinico milanese. Una curiosità: nel 2017 il violinista Matteo Fedeli, discendente di Giulio, si è esibito con il suo Guarnieri in occasione della Festa del Perdono, la ricorrenza, organizzata dal Policlinico, che rammenta a tutti i milanesi l’indulgenza plenaria concessa, nel 1459, da papa Pio II appositamente per contribuire all’edificazione dell’ospedale voluto da Francesco Sforza. Il primo esempio di ‘joint venture’ tra autorità civile e religiosa.
Nel 1780 il palco passa nelle mani del Conte Carlo Ercole Castelbarco Visconti (1750-1814), che lo conserverà fino al 1796. Figlio di Cesare Ercole e di donna Francesca Simonetta, Carlo Ercole è l’erede dei titoli di famiglia: grande di Spagna di prima classe, barone dei quattro vicariati e signore di Gresta, oltre che Ciambellano e Consigliere intimo imperiale. Convola a nozze con Maria Litta Visconti Arese (1761-1815), figlia del conte Pompeo Litta. Dal matrimonio nasceranno cinque figli: Francesca, Elisabetta, Giuseppe Scipione e il figlio maggiore Cesare, morto nel 1804.
Dal 1809 al 1896 il palco è della Famiglia Melzi. Primo proprietario è il conte Gaetano Melzi (1783-1851). Figlio di Giuseppe e di Teresa Prata, figlia a sua volta del conte Giovanni. Insigne bibliofilo, sposa Amalia Tarasconi, figlia del marchese Alessandro. Da questa unione nascerà Alessandro (1813-dopo il 1896), anch’egli raffinato bibliofilo, al quale, dal 1864, passerà ufficialmente il palco; lo terrà fino al 1896.
Dall’anno successivo la proprietà passa nelle mani di Luigia Meli Lupi di Soragna Melzi (1854-1925) dei conti di Cusano. Coniugata nel 1873 con Luigi Lupo Meli Lupi di Soragna, dal 1857 erede universale dei beni di Luigi Tarasconi e del cognome di quest’ultimo, che unirà a quello della sua casata. Luigia Meli Lupi di Soragna Melzi d’Eril abiterà a pochi passi dalla Scala, in via Manzoni 40 ed è l´ultima proprietaria. Nel 1920 si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano indice l´esproprio dei palchi privati.
Maurizio Tassoni (M.T.)
Proprietari
- Beni della Corona 1778
- Castelbarco Visconti Simonetta, Carlo Ercole NobiliNobili1780-1784|1787-1796
- Crivelli Bigli, Fulvia Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1778
- Fedeli, Giulio Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1779
- Greppi, Antonio <1.> Nobili, Imprenditori, FunzionariNobili, Imprenditori, Funzionari1778
- Meli Lupi di Soragna Melzi, Luigia NobiliNobili1897-1920
- Melzi, Alessandro NobiliNobili1864-1896
- Melzi, Gaetano NobiliNobili1809-1810|1813-1815|1817-1848|1852|1856-1863