Teatro Alla Scala di Milano

Il palco del sovrintendente

Palco n° 7, II ordine, settore sinistro
13
Uomini
3
Donne
1
Enti
16
Nobili
3
Imprenditori
1
Letterati
1
Patrioti
2
Benefattori
1
Professionisti
1
Militari
2
Funzionari

All´apertura del Teatro alla Scala, nel 1778, i primi proprietari del palco risultano i fratelli Andreoli e il nobile Dionigi Vailati, cui si aggiunge nel 1779 Don Benigno Bossi.
La famiglia Andreoli ha origine nella Val Vigezzo: dei tre fratelli, Giuseppe e Pietro Maria, il più noto è Bartolomeo, figura importante per il Teatro scaligero: fu aiutante del conte Lorenzo Salazar, direttore della Scala e della Canobbiana fin dalla loro apertura, per succedere nel 1796 nella carica, dopo breve tirocinio, all’ormai ottantenne iniziatore, con il lauto compenso di 100 Lire al mese! All’arrivo dei francesi Andreoli fu confermato nell’incarico. Quotidianamente alle prese con le cattive abitudini e le pretese dei cantanti, l´impresario stilo` un regolamento che ne disciplinasse il comportamento.
Benigno Bossi <1.> (1731-1815), figlio di Galeazzo e di Eleonora della Porta dei duchi di Rovello, Ciambellano imperiale, decurione dei XII di Provvisione, morì senza discendenza mascolina lasciando erede il nipote Benigno <2.> proprietario del palco n° 2 del III ordine sinistro. Meno si conosce del nobile dottore Dionigi Vailati.
Nel 1790 il palco passa a Paolo Andreani (1763-1823), ultimogenito di Giovanni Pietro Paolo e di Clementina Sormani. Giovane dal multiforme ingegno, si interessò alle scienze e fu il primo a sperimentare in Italia il volo in mongolfiera presso il parco della residenza estiva di famiglia, la villa Sormani di Moncucco, vicino a Brugherio. Al primo volo pubblico assistette Pietro Verri. Il conte «ascese a quota 1537 metri d’altezza, percorrendo ben sei chilometri fino alla Cascina Seregna di Caponago. Il poco più che ventenne conte ottenne un trionfo degno di un eroe: il 28 marzo fu oggetto di una standing ovation al Teatro La Scala di Milano». Giuseppe Parini dedicò un sonetto alla sua prodezza: Per la macchina aerostatica. Pochi sanno che l’impresa nacque più che per curiosità scientifica, per superare una cocente delusione amorosa.
Nel 1809 e nel 1810 il palco viene lasciato ai Ministri del governo napoleonico, entrando a far parte dei palchi della Corona, ma già nel 1813 e nel 1814 è del signor Luigi Brebbia (1780-1836) appartenente alla nobile famiglia dei conti Brebbia, feudatari di Barzago dal 1647. Luigi è figlio del conte Francesco e di Camilla Arrigoni e fratello del conte Giuseppe, ma nelle fonti è semplicemente signor Brebbia: l’assenza del titolo nobiliare non deve stupire, questi sono gli anni del Regno napoleonico d’Italia e già il primo proprietario del palco Bartolomeo Andreoli si era ‘declassato’ da marchese a cittadino con l’arrivo dei francesi.
Dal 1815 al 1848 il palco passerà saldamente nelle mani della famiglia della Somaglia con il conte Gaetano Cavazzi della Somaglia (1752-1837), figlio di Carlo Maria e della contessa Marianna Fenaroli. La famiglia appartiene al ramo piacentino dei Cavazzi che originano da Orazio. Gaetano è giudice della Corte dei Conti del Regno d’Italia, Ciambellano imperial regio e intendente dei Beni della Corona. Coniugato in prime nozze con la nobile Antonella Vittoria Attendolo Bolognini, dalla quale avrà una figlia, Antonietta, lascerà il palco alla seconda moglie, Paolina Meli Lupi di Soragna (1779.1867), figlia di Guido Meli Lupi principe di Soragna e di Donna Giovanna Maria Borromeo Arese.
Erediterà il palco la figlia di primo letto di Gaetano, Antonietta Fassati Cavazzi della Somaglia, sposa del marchese Giuseppe Fassati.
Dal 1856 al 1898 il palco sarà di proprietà dei nobili Turati, imprenditori lombardi, che se lo tramanderanno di padre in figlio. La prima acquisizione è del Signor Francesco Antonio Turati (1802-1873). In questo caso, a differenza di alcuni precedenti proprietari, non si tratta di un declassamento; infatti, Francesco Antonio è nominato conte da Vittorio Emanuele II solo nel 1862.
Figlio di Antonio e di Anna Maria Crespi, capostipite del quarto ramo della famiglia Turati, costituito da importanti esponenti dell’industria cotoniera milanese, si sposa con Angela Pigna, del fu Francesco. Dall’unione nasce il conte Ercole Turati (1829-1881), appassionato di scienze naturali, che raccolse un’importante collezione ornitologica (oltre 20.000 esemplari), donata alla sua morte dagli eredi alla municipalità milanese. Ercole è fratello di Ernesto Turati, che sposerà Giulia Massian di Costantinopoli, ed è marito di Luigia Ponti, figlia di Marco. Dall’unione tra Ercole e Luigia nasceranno i conti Emilio Turati (1858-1938), che invece fu lepidotterologo sistematico di chiara fama e raccolse una pregevole collezione di farfalle, e Vittorio Turati (1860-1938). Quest’ultimo nobile, conte, rotariano, è editore e titolare degli Stabilimenti Riuniti V. Turati & M. Bassani. Suo il brevetto di riproduzione foto-elettrica dal vero per stampare le immagini tipografiche. Ercole e Vittorio Turati saranno gli ultimi proprietari del palco di questa famiglia alla quale, dal 1902, succederanno i Del Maino.
Il nuovo proprietario è il conte Sforza Del Maino (1867-1906?), marchese e patrizio di Pavia. Nel 1901, si sposerà con la contessa Anna Cristina Casati, figlia del patrizio milanese Giorgio Casati e di Antonietta Negroni Prati Morosini. Sarà Anna Cristina Casati Del Maino l’ultima proprietaria del palco fino al subentro del demanio comunale nel 1920. Donò alla città di Milano un ritratto di Francesco Hayez, raffigurante la madre ancora bambina e nel 1941 la quattrocentesca statua della Madonna con bambino di Jacopino da Tradate.

Maurizio Tassoni (M.T.)

Proprietari