Teatro Alla Scala di Milano

Nobili, borghesi e patrioti

Palco n° 1, III ordine, settore sinistro
8
Uomini
4
Donne
9
Nobili
2
Imprenditori
3
Patrioti
3
Benefattori
1
Professionisti
1
Militari

Si legge nelle carte dell’Archivio Parrocchiale della chiesa dell’Assunta a Fontaneto d’Agogna (Novara) che fuori dal cancello della Santissima Cappella del Rosario furono sepolti il Marchese Antonio Rovida nel 1804 e la moglie Giuseppina Cottica (o Cuttica) nel 1808. Il marchese Antonio Rovida fu proprietario del palco con la sua famiglia dal 1778 al 1796 e dell’attiguo palco n° 2; gli stessi palchi posseduti al Regio Teatro Ducale prima dell’incendio del 1776.
Dal 1797 al 1812, durante il periodo napoleonico, non vi sono molte fonti relative alla proprietà dei palchi; sappiamo che nel 1809 risulta essere affittuario il Marchese Fossati ovvero Giorgio Fossati de Regibus (1786-1835) che ne diventerà proprietario dal 1818 al 1838.
Dal 1813 al 1817 possiede il palco donna Virginia Cadorna Bossi (1790-1875), sorella di Benigno Bossi, patriota, a sua volta proprietario del palco attiguo. Virginia, con il beneplacito del fratello maggiore Benigno, sposò Luigi Cadorna, con cui generò Carlo, deputato dello Stato Sabaudo nel 1848, e Raffaele che sposa Clementina Zoppi nel 1849: questi ultimi sono i genitori di Luigi Cadorna, generale, Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito fino alla disfatta di Caporetto.
Dopo la Cadorna Bossi, titolare del palco un´altra nobildonna: è Luigia Cacciapiatti che, alla morte del marito Giorgio Fossati de Regibus, subentra nella proprietà del palco dal 1839 al 1848. Le fonti tacciono fino al 1856, quando negli elenchi dei palchettisti troviamo il figlio Giovanni Evangelista Fossati de Regibus (1826-1882).
Dal 1859 al 1898 il palco apparterrà ai fratelli Fortis e ai loro eredi. Giulio Fortis, ricco borghese, negoziante e proprietario dell’I.R. Fabbrica privilegiata di stoffe di seta nel borgo delle Grazie 2684 (oggi corso Magenta 90) “investe di procura” anche il figlio Ernesto per rappresentarlo, come si legge nel “Foglio commerciale: notizie di commercio, navigazione e industria”; l’altro figlio era Guglielmo, che durante le Cinque Giornate di Milano, il 18 marzo del 1848, venne imprigionato nelle carceri del Castello (roccaforte del generale Radetzky) con Durini, Appiani, Bellati e molti altri, subendo pesanti interrogatori. Le cronache del tempo narrano che dopo la reclusione di Guglielmo ai Fortis toccarono le rappresaglie dei soldati austriaci che irruppero nel negozio uccidendo un giovane: incontrarono Ernesto Fortis e si fecero aprire la cassaforte, rubando tutto il denaro (20.000 Lire!), devastando magazzini e fabbrica e le abitazioni dei dipendenti. Rubarono argenti, fracassarono mobili, uccisero e terrorizzarono; il vecchio padre Giulio Fortis si finse morto e solo così si salvò. Il danno arrecato ai Fortis fu di oltre 90.000 Lire (paragonabili a 500.000 Euro).
Dal 1883 entra in comproprietà con Ernesto la sorella Giulia, moglie del notaio Achille Marocco, che figurava come socio annuale pagante dell’opera Pia di Patronato pei carcerati e liberati dal carcere nel 1846, in quella visione solidale che accomunò tanti milanesi; anche Giulia, pittrice e amante delle belle arti, sostenne la causa delle Cinque Giornate e divenne promotrice di attività assistenziali nei confronti dei militari e feriti di guerra.
Il Novecento inizia con un nuovo titolare, Lorenzo de Laugier, di antica famiglia valdostana insignita del titolo baronale; sposò nel 1895 Clementina Sormani Andreani detta Mimì e da lei ebbe Enrico e Giulia. Lorenzo de Laugier incaricò gli architetti Antonio Tagliaferri e Gian Battista Casati della progettazione e costruzione della casa milanese che ancora possiamo ammirare in Corso Magenta 96 all’angolo con piazzale Baracca. La casa fu costruita sui resti delle demolite mura spagnole, in stile Liberty. Il barone Laugier mantenne la proprietà del palco sino al 1920, quando si costituì l´Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano iniziò l´esproprio dei palchi privati.

Antonio Schilirò (A.S.)

Proprietari