Teatro Alla Scala di Milano

I Taccioli: una famiglia di negozianti tra Ghiffa e Milano

Palco n° 11, III ordine, settore sinistro
13
Uomini
3
Donne
8
Nobili
6
Imprenditori
2
Patrioti
4
Benefattori
1
Professionisti
1
Militari
1
Ecclesiastici

Il primo proprietario del palco, dall’inaugurazione del Teatro al 1793, è don Giovanni Antonio Rossi; nel 1794 passa ad Antonio Cambiago (1769-1831) e l’anno dopo alla moglie Giuseppa.
Il 12 febbraio 1802 un atto notorio sancisce l’acquisto per L. 21.000 da parte dei fratelli Luigi (1764-1847) e Francesco Taccioli (1753-1805). Originari di Ghiffa, piccolo paese sul Lago Maggiore, i Taccioli alla fine del Seicento vendevano carbone (donde il nome “tencin”). Nel 1726 abbiamo la notizia di un loro “negozio” di vino a Milano e intorno al 1750 la famiglia risulta residente a Milano e il commercio del vino è l’attività economica principale. Nella seconda metà del secolo si assiste all’acquisto di terreni per la produzione e commercio di grano e olio, con appalti molto importanti come l’approvvigionamento del pane all’Ospedale Maggiore di Milano. Alla morte del padre Gaetano (1780), Luigi e Francesco investono nella coltivazione del baco da seta con l’apertura di una prima filanda a Casalmaggiore nel 1793. La crescita di risorse monetarie spinge la famiglia di mettere a frutto tali capitali attraverso la concessione di prestiti e a svolgere un’attività parabancaria.
All’inizio dell’Ottocento i Taccioli sentono l’esigenza di affermare la loro ascesa sociale ed economica dando un’immagine più consona allo “status” a cui aspirano. Nel 1803 acquistano una casa nobiliare a Milano in via Pantano nel centro storico della città, con ampio giardino, cortile di rappresentanza e una spaziosa biblioteca. Ma il simbolo più rappresentativo del loro prestigio è l’acquisto di un palco alla Scala nel 1802 al quale ne segue un altro nel 1836 (n° 13, ordine IV, settore destro). Inoltre un’accorta politica matrimoniale permette a Luigi di entrare in rapporto con l’alta borghesia milanese. Nel 1806 sposa Giulia Clerichetti, figlia di un affermato commerciante nel settore della seta, attivo nel mondo finanziario e creditizio milanese; zio della sposa è l’avvocato Rocco Marliani, figlio di Pietro, uno dei tre costruttori della Scala, uomo di primo piano dell’establishment politico-istituzionale cisalpino e quindi napoleonico, dal 1811 giudice della corte d’appello di Milano.
La crescita dell´attività economica continua durante gli anni francesi, grazie all’espansione del commercio della seta a livello internazionale e a una fortunata serie di investimenti in immobili. Alla morte di Luigi i figli Gaetano (1811-1877) ed Enrico (1815-1874) ereditano un patrimonio notevole che comprende, oltre ai due palchi alla Scala, terreni agricoli, un palazzo ed altre unità immobiliari a Milano, la Villa Mirabello di Varese, la Villa di Affori al centro di un’enorme tenuta. Non mancano neanche preziosi oggetti d’arte come una Madonna con Bambino di Bernardino Luini. Gaetano rimane scapolo mentre Enrico sposa nel 1844 Giulia Castiglioni, appartenente ad un illustre casato nobiliare. Dopo la morte precoce della moglie nel 1845, Enrico convola a nozze con Selene Ruga, figlia di Carlo, esponente di una ricca famiglia borghese con forti interessi nel settore bancario.
Le due figlie di Enrico, Margherita (1854-1882) e Giulia (1850-1901) ereditano il palco e si legano ad una delle più antiche famiglie patrizie milanesi, i Litta Modignani, sposando rispettivamente Giovanni (1845-1905) e il cugino Gianfranco (1844-1889). Morta Margherita senza figli, l’intero palco rimane di proprietà di Giulia e quindi dal 1902 al 1917 dei suoi figli Enrico e Gaetano Litta Modignani.
L’ultimo proprietario (1918-1920), estraneo all’asse ereditario, è il ragioniere e commendatore Edoardo Bertoni.

Antonio Schilirò (A.S.)

Proprietari