Un palco, due famiglie: Archinto e Mazzucchelli
Dall’inaugurazione del Teatro sino al 1866 il palco appartenne, tranne due brevi parentesi (nel 1788-89 lo ebbero gli Arconati Visconti e nel 1809 Giuseppina Calvi), agli Archinto, ricca famiglia aristocratica originaria della Brianza. Il primo proprietario del palco scaligero fu il conte Carlo (1734-1804) figlio di Filippo e di Giulia Borromeo Arese. Gli Archinto abitarono dalla fine del Seicento nella sontuosa dimora in contrada dell´Olmetto 1351 a Milano, dotata di una ricca biblioteca fondata dal nonno Carlo, purtroppo andata perduta, dove era stato bibliotecario l’erudito bolognese Filippo Argelati, al quale nel capoluogo lombardo è intitolata una via. I bombardamenti del 1943 distrussero quasi completamente il palazzo lasciando intatti soltanto gli eleganti cortili a portici che ancora oggi possiamo ammirare; in questo tragico evento andarono distrutti numerosi affreschi che decoravano i soffitti, tra cui un intero ciclo di Giambattista Tiepolo realizzato tra il 1730 e il 1731 per celebrare le nozze di Filippo, padre di Carlo. Quest’ultimo si sposò con la marchesa Maria Erba Odescalchi; poiché non ebbe figli, nominò proprio erede universale il conte Giuseppe Archinto (1783-1861), figlio di suo cugino Luigi che, al momento dell’arrivo dei francesi nel 1796 si era spostato a Pisa. Obbligato da disposizioni testamentarie a ristabilire il domicilio a Milano ritornò, dopo la Restaurazione, nel palazzo di famiglia che però dopo qualche anno vendette per stabilirsi in via della Passione 12 (dove oggi si trova il Collegio delle Fanciulle dedicato a Emanuela Setti Carraro): la sua casa divenne ben presto il salotto della nobiltà cittadina. Nel 1819 il conte sposò Maria Cristina Trivulzio (1799-1852) ed ebbe da lei il figlio Luigi (1821-1899) che sposò Giulia Gargantini. Educato a Vienna, Giuseppe disapprovava le simpatie democratiche e antiaustriache del figlio; un duro colpo per il genitore fu la scelta di Luigi di prender parte alle Cinque giornate di Milano del 1848 e, dopo il ritorno degli austriaci, il trasferimento in Piemonte dove si arruolò nella cavalleria sabauda partecipando alla prima guerra d’indipendenza. Giuseppe Archinto mantenne sempre un tenore di vita molto alto e non badò a spese dissipando così gran parte del patrimonio familiare; per questo motivo, alla morte del padre, Luigi fu costretto a vendere la quasi totalità dei beni, tra di essi il Palazzo di via della Passione e anche il palco che passò alla famiglia Mazzucchelli.
Dal 1867 ne fu proprietario il conte Giovanni Mazzucchelli, nipote di Gian Maria (1707-1765), letterato, storiografo e bibliografo, autore di un monumentale Dizionario degli scrittori d’Italia rimasto incompleto per la morte del suo autore. Giovanni qualche anno prima (1863) aveva acquistato da Enrico Manzoni, figlio del grande scrittore, la splendida villa di Renate in Brianza, costruita nella seconda metà del Settecento su progetto del Piermarini e qui morì nel 1874.
Nel 1884, dopo la giacenza in eredità, la proprietà del palco passò alle due figlie Clementina ed Elena Mazzucchelli. Clementina sposò il cavaliere Giuseppe Lattuada ed Elena l’avvocato Costanzo Gagnola. Elena, rimasta unica proprietaria dal 1906 al 1918, lasciò infine il palco a Dante Gaslini, ragioniere, commendatore, nonché presidente del Monte di Pietà di Milano: fu l´ultimo titolare, in quanto il Comune proclamò nel 1920 l´esproprio dei palchi e si costituì l´Ente autonomo Teatro alla Scala.
Lorenzo Paparazzo (L.P.)
Proprietari
- Archinto, Carlo NobiliNobili1778-1784|1787|1790-1796|1813-1814
- Archinto, Giuseppe NobiliNobili1815|1817-1848|1852|1856-1866
- Arconati Visconti, Carlo Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1788-1789
- Calvi Dell'Acqua, Giuseppina NobiliNobili1809
- Gaslini, Dante Imprenditori, ProfessionistiImprenditori, Professionisti1919-1920
- Lattuada Mazzucchelli, Clementina 1880-1902
- Mazzucchelli, Elena ProfessionistiProfessionisti1880-1918
- Mazzucchelli, Giovanni ProfessionistiProfessionisti1867-1879
- Sconosciuto 1810