Da Prata a Prata
Nel 1778 i palchi del IV ordine del nuovo Teatro alla Scala vengono messi all’asta: il conte Francesco Prata lo acquistò il primo aprile e non possiede altri palchi scaligeri. Questa è una certezza. Meno certa invece la sua identità, come spesso succede nella storia dei palchi. Prata potrebbe essere il noto direttore degli spettacoli milanesi ai tempi del Ducale, drammaturgo dilettante di cui parla anche Goldoni, esponente di quell’élite musicale e aristocratica invitata dal conte Firmian al famoso ricevimento del 7 febbraio 1770 in onore del giovane Mozart in sosta a Milano. Ma la data di morte del conte, nato nel 1699, risulta essere il 1782, mentre il nome Francesco Prata compare nelle fonti scaligere sino al 1796. Succede altre volte: l’intestatario rimane il medesimo sino a quando le questioni ereditarie si sbloccano; tuttavia, stavolta il periodo post mortem è molto lungo. Un´opzione alternativa ci porta a un altro esponente della famiglia Prata, Bernardino Ladislao detto Francesco (1715-1793); in questo caso l’intestazione post mortem sarebbe di soli tre anni; inoltre il conte Francesco, coniugato con Maria Mozzoni, è il padre di Maria Francesca, che risulta la successiva proprietaria del palco dal 1796.
Maria Francesca De Cristoforis Prata è la moglie di Luigi Maria De Cristoforis, dichiarato nobile con tutta la discendenza con diploma imperiale del 1° maggio 1793; madre di Tommaso, Vitaliano, Luigi e Giuseppe, come tante dame del suo tempo Maria Francesca si divide tra figli, affari di famiglia, serate culturali e salottiere, attività solidali: il lascito più consistente - un legato testamentario di 300 Lire milanesi - è in favore dell’Ospedale Maggiore. La Prata possedeva un altro palco, il n° 14 del IV ordine, settore destro, che andrà poi in eredità a Giuseppina, figlia del figlio Giuseppe, noto naturalista e scienziato.
Per un curioso gioco di incroci parentali e divisioni patrimoniali, nel n° 14 prima della Prata il palco è di Carlo Vidiserti, in questo n° 15 dopo Maria Francesca Prata compare proprietaria nel 1838 la moglie di Carlo, la nobildonna Giuseppina Vidiserti nata Franchetti di Ponte (1792-1873), appartenente a una famiglia di imprenditori di origine ebraica spostatasi da Mantova a Milano. L’impresa Franchetti, della quale faceva parte anche il marito, aveva come obiettivo la creazione di un servizio di trasporto su diligenza in Lombardia. Longeva testimone delle vicende italiche, dal periodo napoleonico ai primi decenni postunitari, Giuseppina fu sempre patriota, prima e dopo il Risorgimento: nel palazzo Vidiserti (tra via Bigli e via Montenapoleone 37) si riunivano i cospiratori delle Cinque Giornate; il nome di Giuseppina compare nella Lista delle contribuenti alla bandiera offerta dalle donne milanesi al prode esercito ligure-piemontese (1848) insieme a tante altre attiviste; nel 1862 è tra i sottoscrittori del Compianto sulla tomba onorata di Emilio e Alfredo Savio caduti nelle battaglie italiche, a ricordo dei due figli dell’avvocato piemontese Andrea Savio, amico e consigliere di Cavour, e di Olimpia di Bernstiel, capitani d’artiglieria morti il primo all’assedio di Gaeta (23 anni), il secondo a quello di Ancona (22 anni).
La figlia di Giuseppina e Carlo, Luisa Vidiserti (1810-1852), sposa nel 1831 Giovanni Orazio Maria Bertoglio Bazzetta di nobile famiglia originaria di Monza, che aveva ottenuto nel Settecento il titolo comitale. Al cognome Bertoglio si era poi aggiunto quello di un cugino, Giovanni Bazzetta. I figli di Luisa erediteranno il palco della nonna materna, tranne il secondogenito, Giuseppe, morto a 17 anni nel 1853. Infatti, dopo tre anni di giacenza in eredità, nel 1878 i proprietari risultano Gaetano, Giuseppina e Carolina Bertoglio Bazzetta. I Bertoglio abitavano in via Manzoni 25, di fronte alla via Bigli a un passo dal teatro. Gaetano Bertoglio era stato nominato erede da Carlo Vidiserti anche nel ruolo di amministratore della ditta Franchetti; Giuseppina e Carolina sono le sorelle, destinate a ottimi matrimoni. I tre risultano cointestatari del palco sino alla morte del conte Gaetano, nel 1883. A quel punto rimangono le due sorelle e solo nel 1888 si aggiunge il nome di Rosa Bertoglio Prata, vedova del conte Gaetano, ritornando, in un cerchio parentale, al cognome del primo proprietario. La Bertoglio Prata entra di diritto tra i “palchettisti benefattori” con il suo legato a favore del Pio Istituto dei Sordomuti Poveri di campagna, una delle tante benefiche istituzioni della Milano solidale di quel tempo.
Dopo la morte della contessa Rosa, nel 1916, il palco rimane giacente in eredità sino al 1920, anno nel quale il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi e si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala.
Pinuccia Carrer (P.C.)
Proprietari
- Bertoglio Bazzetta, Gaetano Nobili, ImprenditoriNobili, Imprenditori1878-1885
- Bertoglio Bazzetta Prata, Rosa Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1888|1890-1920
- De Cristoforis Prata, Maria Francesca Nobili, BenefattoriNobili, Benefattori1809-1810|1813-1815|1817-1838
- De Herra Bertoglio Bazzetta, Carolina NobiliNobili1878-1918
- Martinengo Bertoglio Bazzetta, Giuseppina NobiliNobili1878-1918
- Prata, Francesco <1.> NobiliNobili1778-1784|1787-1796
- Vidiserti Franchetti di Ponte, Giuseppina NobiliNobili1839-1848|1852|1856-1877