Teatro Alla Scala di Milano

Il palco Londonio: una storia complessa

Palco n° 3, IV ordine, settore sinistro
10
Uomini
5
Donne
7
Nobili
1
Imprenditori
1
Letterati
1
Patrioti
1
Musicisti
1
Benefattori
3
Professionisti
1
Militari
1
Funzionari

Il 20 marzo 1778 il palco venne acquistato dagli eredi del principe Antonio Tolomeo Trivulzio al prezzo di 3.500 Lire austriache, quota fissa per coloro che avessero rinunciato al possesso di un palco nel Teatro Piccolo o della Canobbiana; gli eredi Trivulzio lo cedono, sempre nel 1778, a Giuseppe Londonio; ad acquistarne la definitiva proprietà è però il segretario dell’Imperatrice Maria Teresa presso il governo di Milano, don Giuseppe Castellini (1720-1793), importante notaio - tra i suoi clienti Antonio Greppi - residente in Porta Santo Stefano. Rogò anche atti di vendita di palchi scaligeri.
Nel 1809 ritorna un Londonio, il banchiere e consigliere comunale di Milano Carlo Londonio (1779-1810), figlio di Giuseppe e nipote del pittore Francesco, coniugato dal 1799 con Maria Frapolli, figlia dell’avvocato Giuseppe, professore di Istituzioni Civili nel Ginnasio di Brera, dalla quale ebbe otto figli: ritroveremo più avanti il quinto, Cesare,e il sesto, Alessandro; le ultime due figlie, Giulia e Lucia, furono oggetto con la madre di un ritratto di Giuseppe Bossi rifluito dall’Accademia di Belle Arti di Brera al pronipote ingegner Pietro Scaravaglio, anch´egli coinvolto nella complessa storia di questo palco. Nel 1817, morto Carlo, diviene intestataria la vedova Maria Frapolli (1780-1849) salonnière famosa a Milano - il suo soprannome era “Bia”, nota in poesia come “Madame Bibin” - perché avversa alle nuove correnti romantiche ritenendo il classicismo il vero carattere distintivo e patriottico della lingua italiana. Più volte la troviamo citata da scrittori quali Stendhal, Carlo Porta e da Carlo Gherardini, al quale - dopo la scomparsa del marito - è legata sentimentalmente. Maria terrà il palco sino alla morte.
Quando dopo i moti risorgimentali e le ritorsioni del governo austriaco i palchettisti torneranno ad essere citati nelle fonti, troviamo dal 1856 al 1865 un altro membro della famiglia, Giuseppe Londonio; poi per un paio d’anni, il palco è intestato ai fratelli Alessandro (1806-1880) e Cesare Londonio (1805-1877), i già citati figli di Carlo e Maria Frapolli; viene intestato al solo Alessandro fino al 1876 e di nuovo ad entrambi sino al 1881. Il nome di Cesare rimane anche dopo la morte del titolare, succedeva sovente prima della ratifica notarile che definiva la vendita o il passaggio di eredità.
Nel 1882-1883 risultano comproprietari l’ingegner Pietro Scaravaglio (?-1887), nobile e ricco pronipote Londonio (abitava in via Bigli 7 e aveva una villa a Ponte Lambro) e Antonietta Parolini Agostinelli (?-1902). Quest’ultima è la nipote di Alessandro e Cesare Londonio; sua madre infatti è la sorella Giulia Londonio, sposata nel 1829 con Alberto Parolini: la coppia ha sei figli ma solo Antonietta e sua sorella Elisa arrivano all’età adulta. La vita di Alberto Parolini (1788-1867) sembra quasi un romanzo romantico: discendeva da una famiglia di modeste origini del vicentino, di agricoltori e costruttori di paioli (lo stesso cognome deriva forse da “parolo”, traduzione dialettale di “paiolo”) dal cognome tronco tipicamente veneto, Parolin. Trasferitisi a Bassano del Grappa, la famiglia si arricchisce con oculati investimenti, il nonno di Antonietta, Francesco, viene ammesso addirittura nel Consiglio cittadino ottenendo il titolo nobiliare; con Alberto il cognome viene italianizzato. Sin da bambino Alberto mostra un forte interesse per la botanica, disciplina cui in seguito avrebbe dedicato l’intera sua vita; la formazione, iniziata da autodidatta, sull’onda dell’ammirazione per il geologo e naturalista - concittadino - Gian Battista Brocchi, continua grazie agli studi seguiti a Padova, Pavia e Milano e ai lunghi periodi trascorsi tra Parigi e Londra. Nonostante gli spostamenti, la sua attenzione torna però sempre a concentrarsi sul giardino di famiglia nel quale trovano spazio numerose specie vegetali, innestate con interesse scientifico. È Antonietta a ereditare le case e il giardino, quando il padre e la sorella muoiono, e la passione per la botanica. Nel 1867 si unisce in matrimonio con il nobile bassanese Paolo Agostinelli da cui ha Alberto, che diviene erede universale della famiglia, trasformando il giardino in un signorile parco ornamentale, ancor oggi noto a Bassano come Giardino Parolini.
Probabilmente Alberto non eredita il palco, o semplicemente lo vende. Infatti, dal 1884 risulta intestato al solo Scaravaglio e dopo la sua morte alle eredi Angela (detta Lina) e Maria Scaravaglio, con usufruttuaria la madre Erminia sino al 1898. Maria, coniugata con il professor Vittorio Ferrari, è collezionista e custodisce anche le opere già della famiglia Londonio, Lina, appassionata musicista, ha parte attiva nella Fondazione Arrigo Boito. Le sorelle sono le ultime titolari quando nel 1920 il Comune di Milano espropria i palchi e si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala.

Lorenzo Paparazzo (L.P.)

Proprietari