Teatro Alla Scala di Milano

Dagli aristocratici ai borghesi

Palco n° 13, I ordine, settore destro
9
Uomini
5
Donne
1
Enti
8
Nobili
1
Imprenditori
1
Benefattori
1
Professionisti
1
Militari
1
Funzionari

Dal 1778 al 1820 il palco appartiene alla famiglia Rezzonico Della Torre, antica casata della nobiltà comasca; solo nel periodo napoleonico, nel 1809 e nel 1810, si interrompe la continuità perché il palco vede utenti le Oppizzoni e Rasini Madame, ovvero Paola Trivulzio vedova di Francesco Opizzoni e Maria Annoni moglie di Rodolfo Rasini.
Il primo proprietario è dunque Alessandro Rezzonico Della Torre <1.> (?-1786), di Flaminio e Costanza Odescalchi, che sposa Giovanna Fossani, figlia di quel Giuseppe noto per aver lasciato erede universale dei suoi beni la Veneranda Fabbrica del Duomo e perché per la statua della ‘Madonnina’ della cattedrale milanese «largì il Duomo del restauro … per cui vi fu apposta la seguente iscrizione: AUREO VELAMINE RESTITUTO JULIO MDCCCXXX».
Da Alessandro nasceranno Abbondio (1754-1807) che eredita il titolo di conte e Aurelio (1754-1818), cavaliere. I fratelli condividono il palco dal 1790. Dopo Abbondio, rimane Aurelio che muore senza lasciare testamento; la moglie, Clara Vitali, tutrice del figlio minore conte Alessandro <2.>, riceve un’eredità oberata da debiti e ipoteche e lascia il palco: infatti nel 1821 troviamo il marchese Antonio Maria Pallavicino (1753-1820) - talvolta scritto Parravicini - originario di Cremona come la moglie, Luigia Ala Ponzone (1772-1846) che eredita il palco dal marito e ne figura proprietaria sino al 1847.
Nel 1848 la proprietà è del nobile Alessandro Salazar (1803-1874) conte di Romanengo, figlio di Giovanni Salazar e Barbara Vaini di Cremona, coniugato con Paola Crivelli già titolare dell´attiguo palco n° 12; e come nel palco n° 12 troviamo nel 1856-57 il conte Giovanni Salazar.
Dal 1858 il possessore non è un individuo o un istituto benefico ma un´azienda, la Ballabio & Comp. che coltiva due attività molto redditizie all’epoca: quella della seta e quella bancaria. Fondata all’inizio dell’Ottocento dai fratelli Pietro e Camillo Ballabio, nel 1847 accolse come nuovi soci i fratelli Carlo e Antonio Besana.
Nel 1863 le fonti indicano due possessori, Eugenia Cagnolati Ferrini (1807-1864) e Carlo Bosisio (1806-1886?), che lo terranno fino al 1865. Sono due personaggi interessanti: Eugenia, figlia del caffettiere Domenico Cagnolati, viene dal Caffé del Teatro, soprannominato dal nome della madre, Francesca Sassi, il Caffé della Cecchina; Carlo Bosisio è l´assistente del custode del Teatro, abita nel teatro, sposa la ballerina Adelaide Superti e il suo nome compare come titolare in ben nove palchi scaligeri. Eugenia sposa nel 1824 il farmacista di Locarno Gaspare Antonio Ferrini: sono i genitori - presumiamo orgogliosi - del prossimo possessore.
Dal 1866 al 1907 il palco infatti è intestato al professor Rinaldo Ferrini (1831-1908). Egli aveva studiato all’università di Pavia dove nel 1853 consegue il titolo di ingegnere civile e architetto. Dal 1860 al 1868 è titolare della cattedra di fisica e meccanica dell’Istituto Tecnico Superiore (il futuro Politecnico) di Milano. La pubblicazione del volume Tecnologia del calore, apparso nel 1876, gli assicura un posto tra i più noti fisici del tempo. Inoltre progetta i primi sistemi di riscaldamento “globale” per la capitale lombarda. Con Luigia Buccellati il professore ha due figli, Eugenia e Contardo, quest’ultimo sulla via della beatificazione, riconosciuto infatti “Venerabile”. Una lapide lo ricorda nella chiesa di fronte al Teatro Dal Verme.
Dal 1908 al 1920 il palco entra in possesso della famiglia Schiepati con Gerolamo Schiepati (o Schieppati) che lo terrà fino al 1911, con gli eredi e, dal 1914, con Virginia Schiepati, vedova Guazzoni, ultima proprietaria: nel 1920 il Comune di Milano espropria i palchi privati e nasce l´Ente autonomo Teatro alla Scala.

Maurizio Tassoni (M.T.)

Proprietari