Teatro Alla Scala di Milano

Il palco degli Ala Ponzone, fondatori del Museo di Cremona

Palco n° 2, I ordine, settore destro
10
Uomini
1
Donne
10
Nobili
2
Imprenditori
4
Benefattori
1
Militari
1
Ecclesiastici

I primi proprietari di questo palco furono, a partire dal 1778, gli eredi del Cardinale Giovanni Francesco Stoppani, Inquisitore a Malta, Arcivescovo di Corinto "in partibus", Nunzio apostolico presso l’Imperatore Carlo IV, membro e segretario del Sant’ Uffizio, sepolto nella chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma.
Durante il periodo napoleonico il palco risulta di proprietà del marchese Daniele Ala Ponzone (1769-1824), appartenente ad una delle più illustri e antiche famiglie feudali di Cremona.
Alla morte di Daniele il palco passa al figlio Filippo (1814-1885) il quale, data la minore età, è affidato alla tutela della madre, la marchesa Maria Visconti Ciceri. Filippo da bambino, tra il 1820 e il 1824, aveva preso lezioni di pianoforte da Carl Mozart (1784-1858), secondo figlio di Wolfgang Amadeus, come risulta dai Kassabücher della marchesa Maria Visconti Ciceri in possesso del Mozarteum di Salisburgo. Carl Mozart si era stabilito a Milano nel 1805 dove aveva studiato musica con Bonifazio Asioli, futuro primo direttore del Conservatorio; qui trascorse il resto della sua vita al servizio dell’amministrazione asburgica. Nel 1842 Filippo eredita anche i beni del cugino Giuseppe Sigismondo (1761-1842), mecenate, collezionista d’arte, appassionato di numismatica e di sfragistica, noto per aver fondato quello che oggi è il Museo civico Ala Ponzone di Cremona, ricco di capolavori tra i quali spiccano L’ortolano di Arcimboldi e San Francesco in meditazione di Caravaggio, donato nel 1836 da Filippo.
Dal 1863 proprietario del palco è il Duca Raimondo Visconti di Modrone (1835-1882), cugino di Filippo per parte di madre e appartenente a una delle più antiche famiglie patrizie italiane. Morto questi senza eredi diretti, il palco passa al fratello duca Guido (1838-1902), personaggio di spicco nella società milanese del tempo. Industriale di tessuti, presidente della Banca Lombarda, consigliere comunale di Milano e senatore del Regno, fu l’artefice del rilancio del Teatro alla Scala, dopo la profonda crisi culminata nel luglio del 1897 nella decisione del Consiglio Comunale di revocare la "dote" di finanziamento pubblico che aveva provocato la chiusura del teatro. Guido Visconti promuove la costituzione della Società anonima per l’esercizio del teatro alla Scala (1898), con un capitale sociale di Lire 300.000, della quale sarà il presidente sino al 1902. Su proposta di Arrigo Boito, l’ingegnere Giulio Gatti Casazza viene nominato direttore generale e amministrativo, che come l´impresario del passato fosse responsabile della produzione degli spettacoli, ma senza interesse speculativo e il giovane direttore d´orchestra Arturo Toscanini come direttore artistico dal quale dipendesse tutto il personale artistico.
Alla morte di Guido, il figlio duca Uberto <2.> (1871-1923) eredita il palco, continua l’attività di gestione del teatro ed è tra i fondatori del Museo Teatrale della Scala, inaugurato nel 1913 nei locali del Casino Ricordi, del quale è anche il presidente. Nel 1920, grazie alla tenacia e alla determinaizone del sindaco Emilio Caldara e con il sostegno del direttore del Corriere della Sera Luigi Albertini, si costituisce l’Ente Autonomo Teatro alla Scala al quale vengono ceduti i palchi, segnando così la fine della storia della proprietà privata dei palchi.

Claudia Strano (C.R.S.)

Proprietari