Il palco Attendolo Bolognini
Quando il 3 agosto del 1778 venne aperto al pubblico il Nuovo Teatro Grande alla Scala con l’opera Europa riconosciuta di Antonio Salieri, maestro di cappella alla corte viennese, decaddero i contratti con gli “appaltatori” del vecchio Teatro Ducale. In gergo settecentesco erano questi i cosiddetti Impresari, cui subentrarono nei primi dieci anni di storia del nuovo teatro i Nobili Cavalieri Associati, una rappresentanza del Corpo generale dei proprietari dei palchi, una sorta di impresariato collettivo costituito dal conte Ercole Castelbarco, dal marchese Bartolomeo Calderari e dal marchese Giacomo Fagnani.
A loro come Nobile associazione del teatro è intestato il palco, conservato sino al 1796, anno in cui con la Repubblica Cisalpina lo utilizzeranno singoli proprietari graditi al nuovo governo francese. Nel 1809 utente del palco è la contessa Maria Rasini Annoni (circa 1762-1828), figlia di Giovanni Pietro e Giulia Pallavicini, sorella di Alessandro e coniugata dal 1782 con Rodolfo Rasini, principe di San Maurizio; condivide con la cognata Maddalena per quell’anno anche il palco n° 13 del I ordine destro. La Rasini muore nel 1828 ma il palco rimane intestato a lei sino al 1833; dal 1834 passa al conte Gian Giacomo Attendolo Bolognini (1794-1865), titolare di una raffinata collezione d’arte che, alla sua morte, andrà ai Musei Civici di Milano. Nel 1830 sposa Eugenia Vimercati da cui ha una figlia di nome Clotilde Pia; il rapporto tra i due coniugi si deteriora però allorché Gian Giacomo scopre che la moglie è incinta del principe Alfonso Serafino Porcia: cacciata Eugenia di casa, inizia una causa di separazione. Nel 1837, quando Eugenia dà alla luce una bambina, Gian Giacomo per mettere a tacere i pettegolezzi la riconosce; la piccola avrà lo stesso nome della madre e a lei viene affidata. Una volta cresciuta, si unisce in matrimonio nel 1855 con il conte Giulio Litta Visconti Arese; di ritorno a Milano dal viaggio di nozze a Parigi, durante il quale ha modo di farsi notare e apprezzare per bellezza e sagacia da Napoleone III, diviene sostenitrice della causa antiaustriaca nonché vera e propria habitué del salotto della contessa Clara Maffei. Eugenia Attendolo Bolognini al Teatro alla Scala possiede dal 1874 il prestigioso palco n° 1 del I ordine sinistro, tra i più frequentati dell’epoca: tra gli ospiti del palco non sarà mancato nelle sue visite milanesi anche re Umberto I di Savoia, amante della bella Bolognina.
È invece la sorella di Eugenia, Clotilde Attendolo Bolognini (1831-1877), sposata con il conte Alessandro Morando de’ Rizzoni, a ereditare nel 1870 il palco. L’unico figlio, chiamato Gian Giacomo (1863-1919) come il nonno, condivide il palco assieme alla madre per il biennio 1878-79, mentre dall’anno successivo ne rimane l’unico proprietario. Nel 1909, assorbito il cognome della madre, acquista il palazzo milanese in via S. Andrea 6 e qui risiede con la moglie, la contessa Lydia Caprara de Montalba, che non avendo eredi diretti lo lascia in eredità nel 1945 al Comune: oggi è la sede del Museo di Milano e della collezione Costume, Moda e Immagine. Gian Giacomo risulta titolare sino al 1920, anno in cui si costituisce l´Ente autonomo Teatro alla Scala e il Comune di Milano inizia l´esproprio dei palchi.
Lorenzo Paparazzo (L.P.)
Proprietari
- Associazione dei palchettisti 1778-1784|1787-1796
- Attendolo Bolognini, Gian Giacomo NobiliNobili1834-1848|1852|1856-1869
- Morando Bolognini, Gian Giacomo Nobili, Benefattori, ProfessionistiNobili, Benefattori, Professionisti1878-1920
- Morando de' Rizzoni Attendolo Bolognini, Clotilde NobiliNobili1870-1879
- Rasini Annoni, Maria NobiliNobili1809-1810|1813-1815|1817-1833