Il palco del Pio Albergo Trivulzio
Solamente per il 1809 e il 1810 l’utente del palco è una persona fisica: si tratta di Alberico Barbiano da Belgiojoso (1725-1813), già titolare del n° 16 del I ordine destro, del n° 4 del II ordine destro e del n° 18 del IV ordine sinistro. Figlio di Antonio e di Barbara D’Adda, vedovo dal 1777 di Anna Ricciarda d’Este, il già ottantaquatrenne Alberico aveva ormai lasciato alle spalle la sua brillante carriera militare e diplomatica, ma ancora fino all’anno precedente era stato proposto da Eugenio di Beauharnais come Senatore del Regno d’Italia, a testimonianza della sua consolidata notorietà e della sua affidabilità politica. A Belgioioso, nei pressi di Pavia, nel palazzo di famiglia, lontano dal turbinio milanese, muore alla presenza dell’amico e confidente Ugo Foscolo.
Per i restanti 141 anni della sua storia il palco è proprietà di un’opera assistenziale, il Pio Albergo Trivulzio, che prende il suo nome dal Principe Antonio Tolomeo Trivulzio (1692-1767), figlio di Antonio Teodoro Gaetano e Lucrezia Borromeo, sposato a Maria Archinto dalla quale si separò nel 1751, uomo di profonda cultura e di illuminati ideali filantropici.
Già palchettista nel Teatro Ducale, lasciò erede universale nel testamento del 26 agosto 1766 “l’Albergo dei poveri che dovrà subito dopo la mia morte erigersi in questa città di Milano nel mio palazzo d’abitazione”. La prima sede dell’Albergo dei poveri fu infatti il palazzo Trivulzio in contrada della Signora; bombardato nel 1943, si trovava più o meno di fronte all’attuale biblioteca Sormani, con ingresso anche in via Francesco Sforza, allora Naviglio Grande.
Posto sotto tutela della curia, ospitò dal 1771 quelli che vennero chiamati i vegiunn, i vegliardi.
Un nome illustre si lega alla storia settecentesca del Pio Albergo ed è quello di Gaetana Agnesi, matematica e scienziata, buona dilettante di musica oltre che sorella dell’illustre compositrice Teresa Agnesi. Fu lo stesso arcivescovo di Milano, il cardinale Pozzobonelli, a nominarla per il suo afflato mistico e le sue doti filantropiche "visitatrice e direttrice delle donne, specialmente inferme"; Gaetana per ventisei anni, fino al 1799, anno della morte, diresse la sezione femminile, trasferendosi in via della Signora. Possiamo immaginare Gaetana andare alla Scala proprio nel palco del Pio Albergo. Ovviamente, il presenziare alle rappresentazioni scaligere era prerogativa dei dirigenti o dei consiglieri di amministrazione dell’Opera pia, quegli stessi che potevano affittare il palco ricavando proventi per investimenti ulteriori. Per un ventennio fu locatario l´ingegnere Giuseppe Marozzi, noto e raffinato cultore d´arte, al quale subentrò nel 1889 Giulio Ricordi, dopo la strenua ricerca di un palco che, in una simile posizione centrale, attigua agli uffici di Casa Ricordi, potesse rimpiazzare l´altro dello stesso ente benefico, il palco n° 17, III ordine destro, affittato dal padre Tito per un decennio dal 1874 fino alla vendita avvenuta nel 1884. Esigente e abile a contrattare sul prezzo, così Giulio si lagnava delle condizioni dismesse del palco: "... per ben due volte i sedili laterali si sfasciarono! ... E così mentre sul palcoscenico si passavano fatti tragici, nel Palco suddetto avveniva una scena comica".
Gestire l’Opera pia non era semplice: i vegiunn erano moltissimi e già alla fine del Settecento Piermarini, architetto scaligero, aveva aggiunto un piano all’edificio. Nell’Ottocento la struttura, in continua espansione con l’annessione di case vicine, sembrò esplodere accogliendo più di mille ospiti; ad inizio Novecento la sede era diventata inadeguata e tra il 1907 e il 1910 venne quindi realizzato un nuovo Pio Albergo Trivulzio con progetto firmato dagli ingegneri Carlo Formenti e Luigi Mazzocchi. Venne scelta la strada che portava verso Baggio e l’albergo Trivulzio venne soprannominato – così è noto ancor oggi – la Baggina.
Il Pio Albergo fino al 1885 risulta intestatario di un altro palco di III ordine, il n° 17 della fila destra poi venduto a Francesca Pestalozza Paletta. Il palco in oggetto invece viene tenuto fino al 1920 quando con la costituzione dell’Ente autonomo Teatro alla Scala si avvierà a conclusione la storia della proprietà privata dei palchi.
Creusa Suardi (C.S.)
Proprietari
- Barbiano di Belgiojoso, Alberico <1.> Nobili, Militari, FunzionariNobili, Militari, Funzionari1809-1810
- Pio Albergo Trivulzio 1778-1784|1787-1796|1813-1815|1817-1848|1852|1856-1920