Teatro Alla Scala di Milano

Funzionari governativi e patrioti antiaustriaci

Palco n° 10, IV ordine, settore sinistro
9
Uomini
2
Donne
1
Famiglie
5
Nobili
1
Imprenditori
1
Letterati
1
Benefattori
1
Professionisti
2
Funzionari

Il 20 marzo 1778 il palco venne acquistato dagli eredi del principe Antonio Tolomeo Trivulzio al prezzo di 3.500 Lire austriache, quota fissa per coloro che avessero rinunciato al possesso di un palco nel Teatro Piccolo o della Canobbiana; gli eredi Trivulzio lo cedono, sempre nel 1778, a Giuseppe Londonio; ad acquistarne la definitiva proprietà è Casa Ciani ovvero la famiglia del Canton Ticino, originaria del paese di Leontica nella Val di Blenio. Solo nel 1809 compare accanto al nome Ciani, utente per i giorni pari, quello di Felice Rovida, consigliere di stato della Repubblica Italiana sotto Napoleone. Primo proprietario di casa Ciani è Carlo Ciani <1.> (1738-1813), annoverato tra i banchieri e negozianti, membro della Camera di commercio e della Borsa della quale diviene sindaco (oggi si direbbe presidente) nel triennio 1810-1812; di simpatie francesi, viene nominato nel 1796 nella Congregazione municipale, presieduta dal generale Despinoy, comandante della piazza di Milano, che s’insedia con l’arrivo di Bonaparte a Milano. Carlo Ciani abita nella centrale via Meravigli, in un palazzo sede d’incontri di intellettuali e artisti come Gioachino Rossini, Ugo Foscolo, il pittore Andrea Appiani, Giuseppe Bossi, lord ByronGeorge Gordon Byron, ma anche di cospiratori antiaustriaci come Cesare Cantù e Federico Confalonieri. Quest’ultimo utilizzava l’indirizzo di casa Ciani per poter ricevere e inviare la corrispondenza al sicuro dalla polizia austriaca.
Due figli di Carlo, Giovanni e Carlo <2.> ereditano il palco del padre; altri due, Giacomo e Filippo, patrioti risorgimentali esiliati in seguito ai moti del 1821, si stabilirono a Lugano dove conobbero e sostennero Giuseppe Mazzini; gestivano una tipografia in cui stampavano opuscoli clandestini risorgimentali distribuiti ai frequentatori del castello di Lugano di proprietà di Giacomo e a Villa d’Este sul lago di Como, divenuta negli anni immediatamente precedenti il 1848 luogo d’incontri patriottici. La sorella Francesca nel 1808 va in sposa a Carlo Camperio, membro della borghesia agraria originaria di Binasco, anch’egli palchettista scaligero (n° 16, III ordine sinistro).
Dal 1841 al 1849 il palco è intestato a un alto funzionario dell’amministrazione asburgica, l’ingegnere Stefano Delmati, responsabile dell’archivio catastale e componente dell’I. R. Giunta del Censimento del Regno Lombardo Veneto.
Dal 1856 il palco è proprietà di un altro ingegnere, Giuseppe Tarantola, consigliere municipale di Milano nella Lombardia ancora asburgica e tra i firmatari dell’accorato appello all’ordine in occasione dell’attentato all’imperatore Francesco Giuseppe I; ma già dopo tre anni giace in eredità e quindi dal 1863 passa alla figlia Clementina Tarantola (1803 -1884) coniugata nel 1856 con il patrizio romano conte Cesare Borgia (1830-?), Cavaliere d’onore e devozione e Commendatore ereditario dell’Ordine gerosolimitano di Malta. Le succede nella proprietà del palco il figlio conte Francesco Borgia (1863-1924) che sposa nel 1885 la marchesa Eugenia Litta Modignani (1861-1908), figlia di Giulio, rafforzando i legami già esistenti fra le rispettive famiglie, in quanto Paolo Litta Modignani, fratello di Giulio, aveva sposato Alcmena Borgia, sorella di Cesare, il padre di Francesco.
L’ultima proprietaria del palco dal 1917 è Iole Arnaboldi, vedova Garrone. La famiglia Arnaboldi-Garrone, originaria di Stradella, aveva avuto un amministratore d’eccezione delle proprietà terriere e del Castello di Montecastello - fortezza medievale adattata poi a palazzo - nel giovane Agostino Depretis, il futuro ministro e presidente del Consiglio, all’epoca alle soglie della sua carriera politica; dagli Arnaboldi - curiosità - discende Letizia Moratti primo sindaco donna del capoluogo lombardo. La vedova Garrone rimane titolare sino al 1920, quando il teatro diverrà Ente autonomo e la storia della proprietà privata dei palchi volgerà alla sua fine.

Antonio Schilirò (A.S.)

Proprietari